Quando guardiamo una persona affetta da demenza, se la etichettiamo dentro un assestment geriatrico, ci condanniamo a costruire un modello assistenziale basato solo sui bisogni e spesso incapace di comprendere la persona, le sue paure e i suoi desideri. Se invece siamo in grado di costruire una équipe che possa guardare alla persona affetta da disorientamento come alla somma delle abilità, risorse e desideri che ella è si farà strada la magia del caleidoscopio e delle sue colorate visioni.
(Fonte: www.maggiolieditore.it)