L’indagine “rapid Assistive Technology Assessment”, affidata dall’Oms a un consorzio di enti composto da Istituto Superiore di Sanità, Aias Bologna onlus, Fondazione Censis e Rete Nazionale dei Centri Ausili (Glic), scatta una fotografia dell’accesso alle cosiddette tecnologie assistive in Italia. Si tratta della prima opportunità di raccogliere informazioni utili sulle strategie e gli strumenti più adatti per istituire un osservatorio istituzionale sugli ausili nel nostro paese e per fare il punto della situazione.
La quota di chi indica difficoltà nel quotidiano sale ovviamente al crescere dell’età: infatti a partire dai 70 anni gli utilizzatori di ausili diversi dagli occhiali salgono rispetto alla media del campione (16,3%), rispettivamente del 20% tra i 70-79enni e del 41,4% tra chi ha più di 80 anni. Inoltre, è sempre più evidente che le tecnologie digitali di largo uso come smartphone e tablet, non solo sono a tutti gli effetti considerati ausili, ma sono anche tra le soluzioni più diffuse tra chi ha difficoltà funzionali o disabilità. Il 34,7% del totale degli intervistati utilizza soltanto gli occhiali, che rappresentano l’ausilio più diffuso.
Scendendo nei dettagli dell’indagine, la quota maggiore di chi si serve di ausili (71,7%) ne usa uno solo, l’11, 5% due e il 5,7% più di cinque. Relativamente agli strumenti adoperati, tra coloro che dichiarano di utilizzare in aggiunta agli occhiali altri ausili (il 9,8% degli intervistati) si trovano i portapillole (3,9%), le lenti di ingrandimento (3,2%), varie tipologie di bastoni (2,8%), lo smartphone (2,7%), le calzature speciali (2,6%), le protesi acustiche (2,4%) e le stampelle (2%).
Gli altri – prodotti per l’incontinenza, maniglioni di sostegno, materassi antidecubito, busti o corsetti, sedie per doccia etc. – sono sotto al 2%.I bisogni soddisfatti (quelli in cui emerge la prevalenza di coloro che usano un ausilio e non esprimono il bisogno di un ulteriore ausilio, oppure non riportano la necessità di cambiare/aggiornare/aggiustare quello già in uso) riguardano il 45,9% (su 51%) degli intervistati.
Il 6,8%, al contrario, ritiene di avere bisogno di un ausilio ma non lo possiede (unmet need), oppure ha necessità di cambiare quello in uso. I bisogni non soddisfatti salgono al 14% tra coloro che hanno molte difficoltà e al 12,5% tra chi ha difficoltà molto gravi. Di poco più elevata la quota di intervistati che indica bisogni non soddisfatti al Sud (7,9%) e al Centro (7,4%). Inoltre, chi ha affermato di essere insoddisfatto o di avere la necessità di sostituire l’ausilio (ad esclusione degli occhiali), ha indicato soprattutto gli apparecchi acustici (7,7%), i portapillole (6,3%), gli smartphone e tablet (5,5%) e i segnalatori d’allarme.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)