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Volontariato, uniamo i servizi o sarà la fine

Corriere delle Alpi, 17-02-2017

"A Pieve di Cadore (Bl), i servizi delle associazioni di volontariato, in particolare quelle che gestiscono i trasporti dei diversamente abili, degli ammalati e degli anziani, stanno diventando ingestibili: mancano gli autisti, soldi e una disponibilità ad affrontare gli inevitabili disagi che la loro gestione comporta. E' arrivato il momento di coordinare le attività delle molte organizzazioni private, anche perchè solo queste hanno i mezzi attrezzati per il trasporto ammalati". Lo afferma Marco Moglia, maresciallo degli alpini in pensione e attualmente responsabile per il Cadore della Associazione Italiana Sclerosi Multipla di Belluno. Queste associazioni hanno però un difetto di fondo: trasportano solo gli ammalati del proprio paese e con loro tesserati; e anche molte di queste hanno lo stesso problema: i volontari. Sarebbe indispensabile ora, che tutte queste organizzazioni benefiche, si mettessero attorno a un tavolo e si arrivasse a un coordinamento delle attività possibili e delle necessità del territorio. Per il lato economico, organizzare le iniziative per la raccolta dei contributi insieme e poi fare una cassa comune, da dove attingere secondo le necessità.

(Sintesi redatta da: Evelina Mayer)

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LinguaItaliano
OriginaleNo
Data dell'articolo2017-02-17
Numero
FonteCorriere delle Alpi
Approfondimenti Online
Subtitolo in stampaCorriere delle Alpi, 17-02-2017
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Evelina Mayer)
Volume
Approfondimenti
Parole chiave: Rete dei servizi, integrazione Trasporti Volontariato a favore di anziani