Secondo un'analisi del Guardian su dati ufficiali della Sanità, in media 13.600 letti di tutto il Servizio Sanitario Nazionale inglese sono occupati quotidianamente da pazienti giudicati idonei per l’assistenza domiciliare o il ricovero in una casa di cura. Per avere un'idea, si parla - nel mese di ottobre - di un ricoverato su sette nei reparti di terapia intensiva.
Un lavoro precedente condotto dal think tank Nuffield Trust ha attribuito la maggior parte dei ritardi alla mancanza di assistenza sociale. La situazione è fortemente peggiorata in 35 strutture, dove le dimissioni ritardate sono addirittura passate dal 6% ad aprile al 20% in ottobre.
Sarah McClinton, presidente dell'Associazione dei direttori dei servizi sociali, ha affermato che lo stato dell'assistenza sociale in Inghilterra "non è mai stato così terribile": si parla di mezzo milione di persone in attesa di aiuto. "La situazione scioccante è che abbiamo sempre più anziani e disabili con bisogni complessi, ma la capacità di assistenza sociale si è ridotta e abbiamo 50.000 assistenti retribuiti in meno", spiega.
L'impatto delle dimissioni ritardate sui nuovi pazienti è evidente, con i reparti di pronto soccorso fortemente congestionati e le ambulanze in coda all'esterno. Ma l'effetto su chi è costretto inutilmente in ospedale può anche essere molto profondo, alterando e compromettendo sia le funzioni cognitive che le capacità muscolari, mettendo l’autonomia a grave rischio. Il professor David Strain, della facoltà di medicina dell'Università di Exeter, ha affermato che coloro che sono bloccati in ospedale in attesa di assistenza sociale diventano vulnerabili. "In futuro soffriranno per una disabilità fisica, o svilupperanno una demenza precoce ", avverte.
Alcune amministrazioni pagano gli operatori sanitari £ 6 l'ora per l'assistenza 24 ore su 24, con tre pasti al giorno e un sostegno alle persone con comorbilità. Nel frattempo il Dipartimento per la salute e l'assistenza sociale afferma di aver iniziato ad investire 500 milioni di sterline per accelerare le dimissioni e reclutare più operatori sanitari, ma gli ospedali e i servizi di assistenza negano di aver ricevuto un centesimo dei 500 milioni di sterline che i ministri avevano promesso a settembre.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)