La parola d'ordine per trovare una terza via e uscire fuori dall'impasse che appesantisce il mercato immobiliare capitolino è il co-housing sociale. «Si tratta della possibilità di avviare percorsi che uniscano le generazioni - spiega l'avvocato Laila Perciballi, garante per i diritti delle persone anziane del Comune di Roma -. Una serie di dati statistici ci dicono che in Italia ci sono 8 milioni e 360mila persone che vivono da sole, più di 4 milioni sono over 65 e l'88% di questi 4 milioni di persone anziane è proprietario di casa. Persone che spesso sono sole, analogiche in un mondo sempre più digitale. Dall'altro lato, moltissime famiglie faticano a sostenere le spese per far studiare i figli a Roma: retta universitaria, libri, casa, spese vive rendono i costi sempre più alti».
«Qualche settimana fa - prosegue Perciballi- l'università di Tor Vergata ha presentato un progetto, "Insieme siamo migliori", condiviso con il Garante delle persone anziane e con l'Assessorato ai Servizi sociali del Comune per avviare una relazione fra generazioni: gli anziani aprono le loro case agli studenti, mettendo a disposizione una stanza. Gli studenti non pagano un vero e proprio affitto ma partecipano alle spese, danno un aiuto in casa mentre sono una presenza quotidiana contro la solitudine e la fragilità e possono porre in essere quel percorso virtuoso di alfabetizzazione digitale».
Campidoglio e Regione si muovono anche sull'altro fronte, quello del cosiddetto housing sociale, cioè della costruzione, riservando una quota dei complessi immobiliari in sviluppo, alla edificazione di appartamenti da dedicare alle categorie più fragili - giovani coppie, studenti, anziani, portatori di handicap - a prezzi calmierati.
(Sintesi redatta da: Nardinocchi Guido)