Nella serie tv Il metodo Kominsky i due attori protagonisti, Alan Arkin (87 anni) e Michael Douglas (76), fanno dell’età parte integrante del racconto. Si ride per gli acciacchi e ci si commuove per gli addii inevitabili attraverso le gioie e i dolori di una stagione della vita che non è mai stata così popolare come negli ultimi tempi, almeno nello spettacolo.
Se una volta a Hollywood prendeva forma in ogni nuovo film o serie tv l’illusione di un mondo perennemente giovane, oggi la terza e quarta età sono nel pieno della loro riscossa mediatica: le produzioni con al centro persone che hanno abbandonato da qualche decennio la mezza età sono sempre più frequenti e popolari. Il 20 maggio uscirà The Father – Nulla è come sembra, film che ha brillato agli ultimi Oscar, aggiudicandosi le statuette per la migliore sceneggiatura e per la miglior interpretazione maschile, andata a Anthony Hopkins (83 anni). Il padre in questione è lui, un uomo anziano alle prese con le questioni che riguardano molti suoi coetanei, non più del tutto in grado di vivere senza l’assistenza di qualcuno e alle prese con un corpo e una mente che non sempre rispondono bene come un tempo. Nel commentare il suo personaggio, alle prese con la demenza senile, l’attore ha detto: «Non posso credere a quanto sia fortunato. Ho compiuto ottant’anni ormai più di tre anni fa, eppure sto ancora lavorando e sono lucidissimo, grazie alla recitazione, alla musica e alla pittura». Emozioni comuni a molti ma fino ad ora raccontate da pochi.
I registri attraverso cui viene raccontata la vecchiaia sono tanti e senza più tabù. C’è quello drammatico, ma anche quello comico e romantico, usato per esempio nella serie My love, sei storie di vero amore. Un documentario a puntate in cui sono state seguite per un anno persone che vivono assieme da oltre 50 o 60 anni. Vita vissuta, come quella descritta in Kentannos dal regista Víctor Cruz che è andato in giro per il mondo per raccontare le vite di alcuni centenari. Ma non serve andare lontano. In Italia furoreggia Lucia Rizzi, Supernonna in tv, e c’è Sophia Loren in La vita davanti a sé, tralasciando i protagonisti senior dei reality.
Essere anziani non è mai stato così alla moda. L’elenco delle produzioni che lo dimostrano è fitto. Jane Fonda e Lily Tomlin sono due ultra settantenni che in una serie molto popolare devono imparare a ricostruirsi una vita dopo che i mariti le hanno lasciate. E sempre l’ex regina del fitness è nel cast di Book Club, film del 2019 su quattro donne che da oltre trent’anni si incontrano ogni mese per commentare la lettura di un libro, e ormai over 70, restano folgorate dalle pagine di Cinquanta sfumature di grigio che alimentano passioni ritrovate, nuove scoperte, emozioni sopite. La terza età è una miniera da cui attingere storie e sentimenti.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)