Si chiamava Amedeo Nicolai, era un avvocato specializzato nella tutela dei diritti d’autore, viveva a Roma e aveva 82 anni. È morto nel gennaio del 2020 a causa di un tumore neuro endocrino. Proprio come era accaduto quattro anni prima alla moglie Pierita Adami, affetta da un carcinoma all’endometrio e venuta a mancare dopo una lunga sofferenza.
Con lei, autrice e regista di celebri programmi Rai, sono stati quarant’anni di vita insieme. Per Amedeo fu un dolore indicibile perderla. Ma lui, uomo colto e sensibile, già sapeva che la battaglia contro il cancro si può vincere soltanto sostenendo chi studia le cure per annientarlo. Lo aveva fatto in occasioni più diverse e “insolite” in tempi non sospetti, quando con la brutale malattia non ci si era ancora imbattuto.
«Una prima donazione all’Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro) la decisi perché la Ferrari aveva finalmente vinto di nuovo il campionato mondiale di Formula 1, dopo tanti anni» raccontava. E poi ,ancora, un altro versamento arrivò quando la Lazio vinse lo scudetto. Un filo rosso di generosità legato a vicende sportive.
Vent’anni dopo, però, Pierita si ammala e, in seguito alla sua morte, ecco la decisione di sostenere con il suo contributo economico una borsa di studio biennale in sua memoria destinata proprio alla ricerca sui tumori femminili.
«Così voglio gridare al mondo il mio amore per lei» spiegò. Poco tempo dopo, con le stesse motivazioni, ecco la scelta di disporre un lascito testamentario in favore di Fondazione Airc per la ricerca sul cancro. « Era una cosa a cui in passato non pensavo ma ho scoperto che ogni famiglia che conosco – argomentò – ha vissuto o sta vivendo più o meno da vicino l’esperienza del tumore. Ho voluto trasformare così la perdita di mia moglie in una speranza per il futuro».
(Sintesi redatta da: D'Amuri Vincenzo)