Sono passati ormai tre mesi dall’apertura delle prenotazioni per i sessantenni e, a questo punto, l’ipotesi più realistica è che il milione e trecentomila che ancora mancano all’appello non vogliano proprio vaccinarsi: due su dieci non hanno ricevuto neanche la prima dose, solo quattro su dieci hanno completato il ciclo. Sono cifre che non lasciano tranquilli la struttura commissariale e il Ministero della Salute soprattutto alla luce dell’aumento esponenziale anche in Italia dei contagi da variante Delta. La fascia tra i 60 e i 69 anni è tra le più esposte al rischio di contrarre il virus con le nuove varianti se non immunizzata.

Quasi del tutto protetti gli over 80, una soddisfacente copertura per i settantenni (9 su 10 almeno con la prima dose), sono i sessantenni a preoccupare anche perché nell’ultima settimana (la prima a fare segnare una diminuzione nelle somministrazioni con un -4,5%) sono la categoria che si è vaccinata meno. A causare la fuga dagli hub sarebbe soprattutto l’imposizione di AstraZeneca e (in parte) anche di Johnson & Johnson, i vaccini con adenovirus che (dopo i ripetuti cambi di indicazione) suscitano più perplessità nella popolazione. Da qui la richiesta del sottosegretario alla Salute Francesco Paolo Sileri alla direzione generale prevenzione sanità di trovare il modo di dare la possibilità anche agli over 60 di potere scegliere il vaccino da farsi somministrare (anche in prima dose) e di poter accedere al mix eterologo come previsto per gli under 60.