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Carrino Antonella

Scontrino on line: c’è di chi resiste e chi chiude. L’appello dell’Uncem al ministro Boccia

16-01-2020

Le storie di Enrica, Brunilde e Mariuccia sono emblematiche di come le decisioni di politica economica possono incidere sulla vita delle comunità locali nelle zone più isolate del nostro Paese.

L’entrata in vigore dello scontrino on line, prevista dall'ultima legge di bilancio, ne è un esempio nella misura in cui spinge alcuni operatori economici a decisioni tali da impoverire ulteriormente la rete di relazione e socialità nei piccoli centri. La stampa e  la televisione hanno ampiamente illustrato come queste tre commercianti “simbolo” delle loro piccole realtà hanno reagito all'obbligo dello scontrino on line. Ad Ormea nella valle Tanaro, entroterra di Imperia, Enrica Obbia, 87 anni, sta dietro il bancone della sua merceria da circa mezzo secolo, ma l'obbligo del registratore di cassa telematico, collegato all'Agenzia delle Entrate, non l’ ha fermata. Ha iniziato il 2020 alzando puntualmente serranda; fra nastri, maglieria e filati ha ricevuto il saluto del sindaco Giorgio Ferraris; «La signora Enrica è una istituzione - racconta il primo cittadino -. Non la ferma nessuno».

Diverso il caso di Brunilde Cocchi, anche lei titolare di una merceria a Prato da più di 60 anni; si è arresa, non ai suoi 99 anni, che non le impediscono di aprire il negozio ogni giorno, ma al nuovo obbligo fiscale.  C’è infine Mariuccia Martini che chiude  la sua panetteria con l’ultimo forno a legna della Valle Grana a Pradleves (provincia di Cuneo); ha 81 e non ha mai perso un giorno di lavoro. Chiude  un negozio che non era solo un punto vendita di generi alimentari ma era un fulcro di espressione della comunità che tutti riconoscevano come tale. Ce ne sono sempre meno e la spersonalizzazione dei servizi commerciali è dietro l'angolo. 

Queste tre storie non sono solo la testimonianza delle diverse forme di resilienza che saranno attuate in altri territori decentrati. Enrica, Brunilde e Mariuccia sono la dimostrazione che le politiche di differenziazione fiscale, avviate per specifici esercizi commerciali con la legge 97/1994 (sulla salvaguardia e la valorizzazione delle zone montane) ma soprattutto con la legge 158/2017 sui piccoli Comuni, richiedono un’ampio ripensamento. L’obiettivo di evitare lo spopolamento  e la desertificazione produttiva dei borghi isolati sembra essere a rischio e questo è tanto più grave se pensiamo alla struttura orografica dell’Italia. Su circa 7.914 comuni (al 1 gennaio 2020), la Penisola ne conta 5.498 al di sotto dei 5000 abitanti che rappresentano circa il 70% (69,47%) sul totale, in cui abitano, peraltro, circa 10 milioni di persone (9.815.233).

Su questo tema, il prossimo 31 gennaio si terranno a Roma gli Stati generali della montagna, convocati dal Ministro per gli Affari regionali e le autonomie Francesco Boccia. Non a caso in quella sede l’Uncem (L'Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani) ha annunciato che chiederà all’Agenzia delle Entrate di conoscere quanti, nei Comuni montani, a fine gennaio si sono adeguati all’obbligo di scontrino elettronico, quanti non l’hanno ancora fatto, quanti esercizi commerciali hanno chiuso e per quali motivi. Occorre, infatti, dare orizzonti più certi a chi ha scelto, anche se giovane ( una controtendenza che in alcuni casi si sta verificando), di vivere e fare impresa in montagna. 

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Autore (Cognome Nome)Carrino Antonella
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2020
Pagine
LinguaItaliano
Data dell'articolo19000101
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
Subtitolo in stampa16-01-2020
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Volume
Approfondimenti
Carrino Antonella
Attori
Parole chiave: Contesto montano Contesto rurale Lavoro nella terza età Legislazione nazionale Storie di vita