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Galullo Roberto, Mincuzzi Angelo

San Marino punta ai pensionati orfani del Portogallo

Il Sole 24 ore, 16-03-2024

La Rocca di San Marino non ha nulla da invidiare a Lisbona o Atene per i pensionati italiani. San Marino, da quattro anni, si propone come un “paradiso” dove risiedere bene e pagare meno tasse. Per gli italiani con un buon assegno pensionistico è come restare a casa: stessa lingua, usi, consumi, cucina e molti soldi in meno all’Erario. I dati sui pensionati che hanno deciso di salire sui Castelli sammarinesi sono i seguenti: le residenze atipiche per i pensionati nel 2021 sono state 17, nel 2022 sono state 29 e 58 nel 2023. Nessuno però sa con certezza quanti siano gli italiani, visto che la legge apre a tutti: cittadini stranieri della Ue, della Svizzera e quelli individuati per Regolamento. Almeno l’80% sono connazionali e hanno pensioni private elevate. Provengono da Emilia-Romagna, Marche, Lazio ma cominciano ad affacciarsi da tutta Italia, pur nella consapevolezza che i numeri sono esigui e la stima di 500 pensionati annui prevista per legge appare oggi un miraggio. 


Basta pagare mille euro e presentare una domanda per chiedere la cosiddetta “residenza atipica pensionati”. Chi si affaccia per la prima volta però deve avere un reddito annuale non inferiore a 50.000 euro lordi annui o un patrimonio mobiliare non inferiore a 300.000 euro. Sui redditi da pensione è dovuta un’imposta sostitutiva dell’Irpef del 6% ma se il pensionato ha ricoperto il ruolo di dirigente o funzionario di un organismo internazionale e ha un reddito annuale non inferiore a 100.000 euro lordi annui, l’imposta diventa il 3%.

Qualche rischio lo spostamento a San Marino potrebbe comportarlo: la possibilità di essere attaccati dall’amministrazione finanziaria italiana esiste in ragione di quanto già accaduto in passato con la guerra avviata da Tremonti alcuni anni fa e che fece emergere le imprese che dichiaravano fittiziamente lì le loro attività. 

In Portogallo – primo Paese nella classifica del
buen retiro stilata lo scorso anno da International living e in cui l’Italia si piazza al 9° posto prima della Thailandia – le strutture che aiutavano gli italiani a sbrigare le pratiche burocratiche stanno chiudendo, anche se chi era nel Paese prima del 31 dicembre 2023 (e può dimostrarlo) può ancora chiedere entro il 2024 la residenza fiscale e usufruire della tassazione al 20% per i prossimi 10 anni.

Tuttavia, l
a fine delle agevolazioni fiscali in Portogallo ha innescato spostamenti tra i pensionati italiani in cerca di un lido dove trascorrere la vecchiaia pagando meno tasse. I numeri confermano: a gennaio 2022 gli assegni staccati all’estero erano 317mila, pari al 2,3% del totale delle pensioni erogate dall’Inps in circa 160 nazioni. Ma dove vanno i pensionati “orfani” del Portogallo? Sembrano essere molto interessati alla Grecia – secondo Simone Rummolino, che con Martina Cancian a Pordenone ha fondato Expatria, un’agenzia specializzata nella consulenza e nell’assistenza al trasferimento all’estero -. Nel 2020 il Parlamento di Atene ha approvato un regime speciale che fissa al 7% l'aliquota d’imposta per i pensionati stranieri che si trasferiscono. La norma vale per 15 anni ma solo per le pensioni private e non per quelle degli ex dipendenti pubblici. In Croazia, invece, ci sono due scaglioni di reddito: uno tassato al 12,5% e un altro al 25%. Il vantaggio è l'abbattimento dell’imponibile di quasi il 50% per le pensioni più alte. Tuttavia, le aliquote sono stabilite dalla legislazione ordinaria – non da una normativa speciale - e sono dunque possibili cambiamenti nel tempo. In Slovacchia, una delle mete oggi maggiormente prese in considerazione, i pensionati non pagano le tasse per legge.

La Tunisia resta l’unico Paese che garantisce imposte basse anche agli ex dipendenti pubblici. L’80% del reddito non viene tassato. Sul rimanente 20% sono applicate aliquote progressive che vanno da zero al 35%. Se il 20% della pensione lorda annuale è inferiore a circa 1.500 euro non si pagano imposte. Tra 1.500 e 6.000 euro l’aliquota è del 26%, sale al 28% fino a 9.000 euro, al 32% fino a 15.000 e al 35% oltre questa cifra. Ciò che ha spinto la Tunisia come meta dei pensionati italiani è stato proprio il fatto che il regime fiscale tunisino si applica anche ai pensionati ex Inpdap.

Ci sono poi situazioni all'estero da guardare con diffidenza. Come nel caso della Bulgaria: secondo la convenzione bilaterale le pensioni degli italiani che si trasferiscono vanno tassate in Italia a meno che il pensionato non abbia la cittadinanza bulgara. Il concetto di cittadinanza però è diverso da quello di semplice residenza fiscale: così molti pensionati italiani in Bulgaria si sono visti effettuare le ritenute dall’Agenzia delle Entrate e non secondo la flat tax del 10% in vigore in Bulgaria. Motivo per cui diversi italiani hanno deciso di spostarsi in Grecia. Un rischio che potrebbe ripetersi con l’Albania: il trattato italo-albanese specifica che sono considerati “residenti” le persone che sono assoggettate a imposta. Ma se i pensionati in Albania non pagano le tasse una interpretazione restrittiva del trattato potrebbe mettere in discussione l’esenzione dalle imposte italiane. 

Secondo il rapporto 2024 di “Itinerari previdenziali”, gli importi più elevati pagati all’estero dal sistema pensionistico agli italiani o a chi ha maturato in Italia il diritto, sono negli Emirati Arabi Uniti (112 assegni per un importo medio lordo di circa 3.300 euro), Portogallo, Turchia, Malta e via via altri Stati, compreso il Principato di Monaco nel quale 711 pensionati beneficiano di un importo mensile di 1.319 euro.

(Sintesi redatta da: Valerio Maria Urru)

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Autore (Cognome Nome)Galullo Roberto, Mincuzzi Angelo
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2024
Pagine
LinguaItaliano
OriginaleSi
Destinatari
  • Studenti e ricercatori
  • Persone anziane
Data dell'articolo2024-03-16
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteIl Sole 24 ore
Subtitolo in stampaIl Sole 24 ore, 16-03-2024
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Valerio Maria Urru)
Volume
Approfondimenti
Galullo Roberto, Mincuzzi Angelo
Attori
Parole chiave: Sistema pensionistico