Salvador Tranche presidente della Società Spagnola di Medicina della Famiglia mette in guardia sui problemi attuali della sanità spagnola alla luce dell’invecchiamento della popolazione. Parte dall’ovvio presupposto che la pandemia ha messo in luce tutte le carenze del Sistema Sanitario Nazionale, con gli ospedali sovradimensionati per i casi acuti, ma non preparati per le malattie croniche, che è ciò di cui invece maggiormente si avrà bisogno con il progressivo invecchiamento della popolazione spagnola. Si tratta di strutture basate su modelli organizzativi degli anni Ottanta del Novecento, ma non preparati per il Ventunesimo secolo. Un altro aspetto ida non ignorare è che, al loro interno, non è incoraggiata la multidisciplinarietà : ogni specialista difende a tutti i costi il proprio settore invece di collaborare in squadra a beneficio del paziente. E per quanto riguarda le comunità del territorio, ciascuna è andata per la sua strada, organizzandosi secondo le proprie esigenze. Forse solo le Asturie, Murcia e le Isole Canarie sono tra quelle che hanno gestito meglio la pandemia. La vaccinazione di massa è l’unica strada per uscire dalla pandemia, ma necessita di una migliore organizzazione. “Ci sono 13.000 centri sanitari e cliniche periferiche su tutto il territorio nazionale e li abbiamo offerti alle autorità per la vaccinazione, afferma, ma siamo stati ignorati. Sarebbe imperdonabile se le risorse dell'assistenza primaria non venissero utilizzate per raggiungere gli obiettivi con la massima copertura e nel più breve tempo possibile”.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)