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Caputo Renato

Ricomincio da noi

www.lacittafutura.it, 15-09-2018

Nel film "Ricomincio da noi" , del regista di commedie inglesi Richard Loncraine, la protagonista, interpretata da una valente attrice di teatro britannica, Imelda Staunton, sembra aver raggiunto il pieno compimento della sua vita di moglie di un funzionario, che ha fatto carriera sino a divenire capo della polizia. Così, giunto alla pensione, riceve in premio dalla regina una carica nobiliare. Nella grande festa con parenti e amici l’ormai anziano marito nel suo discorso rituale rivolge un inconsueto messaggio d’amore alla sua ormai anziana moglie. Ci si può immaginare, quindi, lo stato d’animo di quest’ultima quando, pochi minuti dopo, scopre il marito intento a baciare un’amica di famiglia. Tutta la rispettabilità borghese che la donna credeva essersi finalmente conquistata crolla in un momento, come un castello di carte. Anche perché viene subito a sapere che la relazione fra il marito e l’“amica” va ormai avanti da anni, naturalmente a sua insaputa. Lo smacco è troppo grande e la donna si vede costretta a cercare rifugio presso l’unica parente prossima della sua famiglia originaria ancora in vita, la sorella maggiore interpretata da un’altra brillante attrice inglese: Celia Imrie. Il cambio di scenario politico-sociale non potrebbe essere più brusco. La sorella, che la protagonista non vedeva da molti anni, vive nel classico contesto working class inglese che abbiamo conosciuto grazie ai film di Ken Loach. La protagonista – cui arriva poco dopo la richiesta di divorzio da parte del marito, che comporta per lei la perdita dell’ambito titolo nobiliare di lady – si sente ormai con i suoi settanta anni ormai definitivamente fallita. Particolarmente significativo è il messaggio del film, ovvero che ci si può liberare della tenebra del quotidiano, del destino segnato dal proprio essere per la morte, mediante una profonda trasformazione e adesione a uno stile di vita completamente altro, in quanto non ostaggio del proprio asfittico individualismo ed egoismo asociale. Dunque, sembra dimostrare a ragione il film, anche per gli anziani convinti conservatori il destino non è definitivamente segnato. Anche chi è più irretito e intrappolato in rapporti sociali fondati su rapporti di produzione ormai irrazionali e, quindi, asociali, resta comunque una possibile via di salvezza, anche perché ognuno resta fino all’ultimo responsabilee, dunque, padrone del proprio destino.

(Fonte: tratto dall'articolo)

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Autore (Cognome Nome)Caputo Renato
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LinguaItaliano
OriginaleNo
Data dell'articolo2018-09-15
Numero
Fontewww.lacittafutura.it
Approfondimenti Onlinewww.lacittafutura.it/recensioni/ricomincio-da-noi
Subtitolo in stampawww.lacittafutura.it, 15-09-2018
Fonte da stampare(Fonte: tratto dall'articolo)
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Caputo Renato
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Parole chiave: Cinema