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Bortoli Luca

Quella “cittadella della vita” che unisce le generazioni

Avvenire, 13-07-2021, p.12

Alla periferia sud di Padova sorge quella che è in tutto e per tutto una "cittadella della vita". Ha saputo resistere al diffondersi dell’epidemia proprio grazie ad un’altra idea di cura e di società, quella in cui fragilità, disabilità e sviluppo tecnologico per la persona si incontrano. Nel quartiere della Mandria, dagli anni Cinquanta affonda le sue radici quello che oggi si chiama "Civitas Vitae Angelo Ferro", centro simbolo di una realtà che conta 2.300 ospiti seguiti da 1.500 tra infermieri, Oss e fisioterapisti sparsi in dodici residenze (quattro tra Padova e provincia, tre nel Vicentino, tre nel Trevigiano, una a Bozzolo nel Mantovano e una a Gorizia).

L’impatto con il villaggio padovano dà subito l’idea della filosofia della Fondazione Opera Immacolata Concezione, una delle più importanti realtà italiane dell’assistenza agli anziani: dodici ettari di parco in cui gli abitanti del quartiere passeggiano e fanno jogging, i 120 piccoli di nido e infanzia, il cosiddetto 'pistodromo', una vera e propria pista dove i ragazzi delle elementari imparano a difendersi dalle insidie del traffico e a rispettare il codice della strada, grazie alla collaborazione del corpo dei vigili urbani patavini e dei "nonni del cuore", longevi attivi formati nell’associazione Agorà nata appositamente per l’invecchiamento attivo in seno all’Oic.

Tutto questo in un centro che ospita 650 anziani non autosufficienti e 73 appartamenti per autosufficienti. Ci sono generazioni che si incontrano ogni giorno in questa "cittadella", che è insieme un esempio di attenzione alla comunità, in tutte le sue forme, e di coesione sociale. Le chiusure sono state anche l’occasione per misurare il gradimento del servizio presso le famiglie, grazie a un questionario somministrato, dopo le riaperture estive, con l’aiuto di alcuni psicologi tirocinanti. «Oltre l’85% dei congiunti dei nostri ospiti ha accettato di rispondere – spiega Lorena Barison, responsabile del servizio accoglienza in Oic – e in generale è stata molto apprezzata la linea dettata dalla volontà di proteggere gli anziani, in molti hanno confermato la bontà della scelta di portare qui i loro genitori, nonni, zii. La richiesta è stata semmai quella di un maggior sforzo comunicativo da parte nostra per aggiornare su attività e proposte, che abbiamo proseguito nonostante tutto».

La sfida oggi è quella legata alla carenza di personale infermieristico. In Oic manca al momento il 20% degli infermieri, come accade in tutte le realtà simili. Molti operatori sono passati al servizio sanitario durante l’emergenza. Per questo in accordo con le associazioni di categoria Uneba e Uripa l’amministrazione ha chiesto alla Regione di ripristinare una norma datata che consentiva di attribuire piccole prestazioni sanitarie (stick glicemico, pressione arteriosa) agli Oss.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)Bortoli Luca
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2021
Pagine12
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2021-07-13
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteAvvenire
Subtitolo in stampaAvvenire, 13-07-2021, p.12
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
Volume
Approfondimenti
Bortoli Luca
Attori
Parole chiave: Contesto urbano Rapporti intergenerazionali Urbanistica