Quella dei medici di base è la specialità medica con la più alta percentuale di persone di età superiore ai 60 anni – una su tre – e si occupa di un'area sanitaria in cui vi è una domanda elevata e difficile da coprire. Sono due caratteristiche che ne fanno un ottimo banco di prova per l'avvio di un piano pilota con incentivi per ritardare il passaggio alla pensione. Il progetto pilota, della durata di tre anni, offre incentivi ai medici di base e ai pediatri affinché adottino il pensionamento attivo; insomma, ritardare l'effettiva età pensionabile. A seconda dei risultati il test potrà essere successivamente implementato in altre aree e altre professioni.
Gli incentivi sono allettanti. Da un lato, i medici che continueranno a lavorare dopo aver raggiunto l'età pensionabile legale continueranno a percepire l'intero stipendio, al quale aggiungeranno il 75% della pensione. Un'altra opzione è che inizino a lavorare a tempo parziale, con il quale riceveranno metà dello stipendio e anche il 75% della pensione.Oltre a offrire questi incentivi, è stato necessario modificare le norme legali, perché a differenza del settore privato, dove i medici hanno diverse opzioni per prolungare la propria vita lavorativa oltre l'età pensionabile legale, nel settore pubblico non era consentito.
L'iniziativa rientra nel panoplia di misure che il Ministero dell'inclusione e della previdenza sociale sta attivando per ritardare l'effettiva età pensionabile. Tra le misure già in vigore per favorire l'allungamento della vita lavorativa dal 2022, la Previdenza Sociale offre un supplemento alla persona che ritarda volontariamente il passaggio alla pensione, e può scegliere tra due opzioni. Uno è quello di ottenere una percentuale aggiuntiva del 4% per ogni anno intero di contributi dopo il raggiungimento dell'età pensionabile, il che comporterà un aumento dell'importo della pensione che alla fine percepirai.
Il beneficio può superare il limite massimo della pensione pubblica. Una seconda possibilità è quella di sostituire la percentuale del 4% con una somma forfettaria che verrà pagata tutta in una volta al momento del pensionamento. L'assegno può variare tra 4.400 e 13.000 euro per anno di ritardo a seconda del periodo di contribuzione e dell'importo della pensione. C'è anche la possibilità di pensionamento parziale, a cui si può accedere se il pensionamento è ritardato di un anno. Trascorso tale periodo, si può continuare a lavorare a tempo pieno o parziale ricevendo il 50% della pensione.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)