Secondo un giudice del lavoro inglese, definire qualcuno come "appartenente alla vecchia scuola" non è ageismo. La questione era finita in tribunale dopo che ad una responsabile del marketing di un’azienda era stato consigliato - da una collega più giovane - di non usare le lettere maiuscole in un hashtag.
Lydia Roganovic, questo il nome della responsabile, ha insistito sul fatto che quando lavorava presso iplato Healthcare Ltd a Londra (azienda che sviluppa app per servizi sanitari), adoperava i caratteri maiuscoli per i tag dei social media. Linda Okachi, che all'epoca era una sua sottoposto, le aveva inviato un'e-mail che descriveva un hashtag tutto in maiuscolo come "un po' troppo vecchia scuola". Nella sua risposta, che un tribunale del centro di Londra ha giudicato "dura", la Roganovic aveva affermato che le lettere maiuscole avrebbero "messo in evidenza la parte principale del post”.
Quando è stata licenziata, la sig.ra Roganovic, all'epoca 50 anni, ha avviato un reclamo contro il suo datore di lavoro per presunta discriminazione in base all'età. L'affermazione di discriminazione della sig.ra Roganovic è stata respinta dal giudice Bernard Hodgson, il quale ha affermato che la sig.ra Okachi avrebbe usato la frase "vecchia scuola" indipendentemente dall'età del destinatario. Per Hodgson, infatti: "Anche una persona giovane può adottare una visione o una pratica che può essere descritta come vecchia scuola".
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)