Ad aprile 2024 prosegue il lungo trend di progressivo miglioramento dei dati macroeconomici relativi al mercato del lavoro. Dal report dell’Istat emerge che lo scorso mese sono aumentati gli occupati e diminuiti i disoccupati. Sono rimasti invece sostanzialmente stabili gli inattivi.
Rispetto a marzo, l'occupazione ha segnato un nuovo record con 84mila unità (+0,4%), portando così il tasso di occupati al 62,3%. L’aumento riguarda tutte le classi di età ad eccezione della fascia 25-34enni che cala. Nello stesso mese il tasso di disoccupazione ad aprile è sceso al 6,9%, livello più basso da dicembre 2008. Il tasso di disoccupazione dei 15/24enni è rimasto stabile al 20,2%, stessa percentuale registrata a marzo, al livello più basso da febbraio del 2008 (20,2%). Rispetto ad aprile 2023, si contano 516mila occupati in più.
Crescono soprattutto i contratti a tempo indeterminato (+444mila) e gli indipendenti (+154mila), mentre calano i dipendenti a termine (-82mila). Gli occupati complessivi nel mese sfiorano i 24 milioni, toccando quota 23 milioni 975mila unità. Rispetto ad aprile del 2022 si conta quasi un milione di occupati in più (+911mila) mentre rispetto ad aprile del 2021 l'aumento è di 1,61 milioni di unità. Insomma, dal post-Covid è stata una salita progressiva.
Le donne occupate ad aprile del 2024 sono cresciute di 247mila unità sullo stesso mese dell’anno scorso, a fronte di un aumento di 270mila occupati maschi, toccando quota 10 milioni 194mila unità. Nel mese di aprile la crescita del lavoro tra le donne è maggiore con un aumento di 62mila occupate su marzo per le femmine e un aumento di 22mila unità tra gli uomini.
A segnalare alcune storture del mercato del lavoro è l’Associazione per gli studi internazionali e comparati sul diritto del lavoro e sulle relazioni industriali(Adapt) che evidenzia come l'occupazione cresca, ma in un mercato del lavoro che continua ad invecchiare. Su 516mila nuovi lavoratori, 29mila sono tra 15 e i 24 anni, 84mila sono tra i 25 e i 34 anni, 44mila sono tra i 35 e i 49 anni, 289mila sono tra i 50 e i 64 anni e 70 mila sono over 65.
Sono dati che fanno riflettere, perché accompagneranno la nuova normalità del mercato del lavoro. Motivo per cui non è possibile non chiedersi cosa accadrà quando la generazione degli over 50 andrà in pensione, oltre a quali siano le ragioni di un numero così elevato di nuovi assunti over 65.
Non a caso l’INAPP (Istituto Nazionale per l'Analisi delle Politiche Pubbliche), nell’ultimo rapporto Plus, fotografa i cambiamenti nel mercato del lavoro a distanza di dieci anni, facendo luce su un fenomeno che colpisce soprattutto i più giovani: in Italia nel 2022 il 43,5% dei nuovi ingressi in occupazione si concretizza in accordi informali, lavoro intermittente o addirittura nella non conoscenza del contratto.
La percentuale è in deciso aumento rispetto al 2011, quando si attestava al 18,7%. A quel 43,5% si aggiunge un 22,3% (23,8% nel 2011) di occupazioni a tempo determinato. Gli ingressi a tempo indeterminato si attestano invece sul 30,5% (erano al 26,2% nel 2011).
(Sintesi redatta da: Mayer Evelina)