Aldo Cazzullo, editorialista del Corriere della Sera, risponde ad una lettera di Carla Marino di Milano, la quale si chiede come mai i campioni dello sport siano sempre più anziani, ponendo un quesito molto attuale, il nostro è un mondo per vecchi? Ovvero i giovani sono un po' troppo viziati? Certamente la vita media degli atleti si è allungata, in particolare negli sport che richiedono più tecnica oltre che fisico. "Ma anche nella vita di tutti i giorni, sia in politica, nelle attività lavorative che nell'ambito delle attività economiche, gli ottantenni sono ancora in prima linea. Al tempo dei miei nonni, a sessant’anni si considerava la vita esaurita; non dico che si aspettasse la morte, ma non veniva considerata un’ingiustizia precoce. L’allungamento dell’esistenza porta con sé non soltanto com’è ovvio il prolungamento della vita lavorativa, ma rende più lento anche il passaggio del potere da una generazione all’altra. Ottantenni e novantenni di oggi hanno ricostruito un Paese distrutto; sono donne e uomini di tempra. Dopo è venuta la generazione dei sessantottini, al potere particolarmente affezionata, anche in virtù di una grande solidarietà reciproca. Poi ci sono i nati negli anni 60, che non contano e non conteranno mai nulla per il motivo opposto: sono in perenne guerra tra loro. Così i Cameron e i Letta sono passati quasi senza lasciare traccia, cedendo il posto ai Renzi, ai Macron, ai Rivera, ai Kurz, ai Di Maio. Vedremo ora cosa sapranno fare i giovani, con tanti arzilli vecchietti appollaiati sulla spalla".