In piena emergenza sanitaria la realtà resta sempre la stessa per badanti e collaboratori domestici, sul fronte ogni giorno per garantire assistenza agli anziani e agli invalidi, ma completamente dimenticati e privi di ogni riconoscimento giuridico.
«Il contratto di lavoro domestico è stato espressamente escluso dal decreto Cura Italia – dice Samantha Merlo, segretaria regionale Uiltucs, categoria della Uil che segue questo comparto – il testo del provvedimento specifica proprio che la cassa integrazione in deroga non si applica a questo tipo di rapporto di lavoro con gravi ripercussioni per tutta questa categoria, colf, badanti e baby sitter che già lavorano in condizioni precarie, è un mondo sommerso, si calcola che su due milioni di lavoratori solo 800 mila siano regolari».
E la situazione, aggravata anche dal panico che è circolato in questi giorni, sta portando a conseguenze estreme, tra posti di lavoro che saltano e anziani e invalidi che restano soli proprio nel momento in cui hanno più bisogno di aiuto. «Molte famiglie spaventate dal rischio contagio, hanno sospeso o addirittura interrotto il rapporto di lavoro con le badanti – dice Merlo – in molti casi sono state messe in ferie forzate e, laddove non era possibile, sono state addirittura licenziate».
Una realtà che diventa addirittura drammatica per quelle lavoratrici che vivono nel domicilio del datore di lavoro: «In questo caso perdono lavoro, vitto e alloggio e oltretutto, le straniere, che sono la maggior parte, non hanno neanche la possibilità di rientrare nel loro Paese in questo momento».
E lavorare in queste condizioni è ormai quasi impossibile, «l’altro giorno una badante, senza regolare contratto, è stata fermata dalle forze dell’ordine ma non potendo dimostrare che si stava recando sul posto di lavoro si è presa una denuncia penale».
Intanto varie sigle sindacali si sono unite per sensibilizzare il governo sul tema con un appello in cui si chiede di inserire i lavoratori domestici come «destinatari degli ammortizzatori sociali di sostegno in deroga e degli strumenti di integrazione al reddito».
L’emergenza è particolarmente sentita in Liguria, regione più anziana d’Italia con Genova capitale del lavoro domestico con il dato record di 17990 badanti.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)