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Costalunga Anna

Le nuove barriere digitali degli anziani in Cina. Come la pandemia accentua il digital divide

06-11-2020

Oggi in Cina per entrare in molti uffici, ristoranti, parchi, mezzi di trasporto o centri commerciali, le persone devono mostrare il loro stato di salute su un'app installata sul cellulare.

L’app, incrociando i dati personali, tra cui spostamenti e contatti, determina se rappresentino o meno una minaccia per la diffusione del Coronavirus.

È innegabile qualche istante di tensione prima di aprirla e puntare il cellulare verso il Qcode gigante posizionato davanti agli ingressi per il via libera.

Una luce verde segnala che è tutto a posto. Una luce gialla obbliga all’autoisolamento a casa. La temuta luce rossa significa una quarantena di due settimane da passare in un albergo.

L'app per smartphone Health Kit è diventata così un "passaporto" indispensabile per spostarsi all’interno del Paese.

Il digital divide aumenta la mancanza di autonomia

Yu Bin, che lavora al Tempio del Cielo, un famoso parco di Pechino, controlla il codice sanitario di ogni visitatore all'ingresso. Il verde significa che una persona è sana, mentre il giallo e il rosso indicano rispettivamente che una persona dovrebbe autoisolarsi e andare da un medico.

"Non possiamo permettere loro di entrare se non possono mostrarci il  codice verde", ha detto Yu al Beijing Daily.
Il Tempio del Cielo è un luogo dove molti anziani delle vicinanze fanno esercizi mattutini. Yu ogni mattina  deve aiutare più di 100 anziani ad accedere alla app sul loro smartphone. Sempre che ne abbiano uno.

Il codice sanitario è necessario per accedere a molte sedi. Ci sono state lamentele da parte di anziani che non potevano salire sugli autobus o prendere la metropolitana o entrare nei mercati  per un breve giro di shopping perché non possono accedere al kit sanitario.
"Non ci si può aspettare che una persona della mia età ricordi i passaggi per accedere al kit sanitario", si lamenta alla Radio di Pechino un 87enne di nome Wang.

"Il più difficile invecchiamento della popolazione del mondo"

Il 25 ottobre scorso, la Cina ha celebrato il tradizionale Double Ninth Festival, noto anche come la Giornata degli Anziani. È un giorno per onorare gli antenati e pregare per la longevità dei propri cari.

Due giorni prima, Li Banghua, vice capo del dipartimento di assistenza agli anziani del Ministero degli affari civili, aveva reso noto lche il Governo era impegnato nel redigere il capitolo sull'assistenza agli anziani del 14 ° piano quinquennale (2020-25), visto che il numero di cittadini over 60 nei prossimi cinque anni dovrebbe superare i 300 milioni.

Il China National Committee on Aging stima infatti che il numero di persone anziane salirà a 423 milioni entro il 2036 e fino a 487 milioni entro il 2053. A quel punto, la Cina dovrà affrontare "il più difficile invecchiamento della popolazione del mondo".

Una lacuna difficile da colmare nella Cina che cambia

"Il digital divide è un problema comune a tutte le società che invecchiano", sostieneYang Yifan, professore della Southwest Jiaotong University di Chengdu. "Rispetto alle mancanze nella conoscenza e nell'istruzione, questa però sembra essere la lacuna più difficile da colmare".

È relativamente difficile per gli anziani apprendere nuove tecnologie. Per alcuni, un cellulare non ha altro scopo che effettuare e ricevere chiamate. Un utilizzo che andava benissimo, prima della diffusione del Covid-19, quando si poteva tranquillamente pagare in contanti, senza dover ricorrere al pagamento elettronico.

Ma l'epidemia ha cambiato tutto.

Il digital divide alimenta il pregiudizio e divide le generazioni

Il divario digitale ha anche provocato reazioni negative verso gli anziani, accusati di essere obsoleti e troppo testardi per imparare la moderna tecnologia. “Non si tratta di stabilire se sono disposti o meno ad accogliere la nuova tecnologia, ma se sono o meno in grado di farlo. Alcuni sono analfabeti o la loro vista è troppo scarsa per leggere i caratteri sugli smartphone ", sottolinea Zhou.
"La maggior parte delle aziende tecnologiche non ha considerato sufficientemente le esigenze delle persone anziane, peggiorando la situazione".
"Quando andiamo dai nonni per le vacanze, io e mio fratello parliamo di giochi online mentre i miei genitori commentano con i loro coetanei i video sui social ", racconta Lu Yibin, uno studente universitario del Sichuan.
"I miei nonni, che sono analfabeti e non hanno lo smartphone, se ne stanno lì seduti in silenzio".

Il futuro è nel volontariato intergenerazionale

Li Chengbo, professore associato dell'Università di Chongqing nel sud-ovest della Cina, ha una proposta per cercare di risolvere il problema. Li osserva che la struttura familiare in Cina è cambiata molto negli ultimi decenni, ed ora è normale che gli anziani ormai vivano lontano dai loro figli.
Infatti, da quando la Cina ha adottato la politica di pianificazione familiare nel 1980, molte coppie sessantenni hanno ora un solo figlio. Il tempo che la 'generazione del figlio unico' trascorre con gli anziani è piuttosto limitato, diversamente da quanto è avvenuto per generazioni.

Per Li in futuro, non sarà più la famiglia, ma saranno i volontari la forza principale di sostegno agli anziani.
"I volontari normalmente già hanno l’abitudine di riunire gli anziani della stessa comunità per insegnare ciò di cui hanno bisogno", afferma. “Gli anziani infatti sono più disposti a imparare insieme ai loro coetanei. Il futuro è nel volontariato dei giovani ".

(Fonte: Beijing Review)

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Autore (Cognome Nome)Costalunga Anna
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2020
Pagine
LinguaInglese
Data dell'articolo19000101
Numero
FonteBeijing Review
Approfondimenti Online
Subtitolo in stampa06-11-2020
Fonte da stampare(Fonte: Beijing Review)
Volume
Approfondimenti
Costalunga Anna
Attori
Parole chiave: Digital divide Rapporti intergenerazionali