La più grande artista- contro, la più tumultuosa, la più visionaria, la più spericolata, la più irresistibile attrice italiana degli ultimi cinquant’anni e passa dello spettacolo ha abbandonato la scena dell’arte e del mondo, spegnendosi ieri a Roma per complicazioni cardiache e polmonari.
Bolognese, cittadina romana, ottantatreenne, questa pasionaria del teatro e musa dolente/ridente del cinema che avrebbe mandato in visibilio Savinio, Tofano e Ionesco e che ha recitato al cinema con Pasolini, Sorrentino e Bellocchio ci ha convinti che Eschilo e Campanile pari sono, che Joyce e Viviani hanno lo stesso ritmo ondoso, che Cleopatra o la Madonna producono sempre il su e giù di un grafico del cuore. Ostinata. Perturbante. Consolatrice. Estatica. Umanissima.
«Io sono fracassona - si autoritraeva - non sono a modino, non ho grazia e fianchi a posto, ho cominciato da piccola a parlare da sola, ho una struttura da guerriera etrusca, sono rimasta la mia bambina, sono una più volte scartata dall’Accademia dove mi trovavano atipica, una che ha sofferto per anni di pneumotorace e di una sinfonia polmonare wagneriana».
(Sintesi redatta da: Linda Russo)