La vaccinazione in Spagna accelera e inizia a recuperare il tempo perso e i ritardi accumulati. L'80,6% delle persone di età superiore agli 80 anni ha infatti completato il programma di vaccinazione (la doppia dose). Il dato, raggiunto ieri, arriva a quasi un mese dall'obiettivo del Governo - condiviso con l'Unione Europea - di immunizzare a marzo l'80% di questo gruppo, quello a maggior rischio di morte per covid-19. Due fattori hanno principalmente influenzato questo fallimento: il lento arrivo delle dosi e la stessa strategia di vaccinazione, che ha escluso AstraZeneca per gli anziani e ha privilegiato le prime dosi in altre fasce d'età. Persino Pfizer, del resto, ha avuto qualche ritardo nei primi mesi. Il tasso di vaccinazione degli ultraottantenni avrebbe potuto accelerare, almeno alla prima dose, se il Ministero della Salute avesse deciso di somministrare AstraZeneca a persone di quell'età. Ma, nonostante il fatto che l'Agenzia europea per i medicinali (EMA) abbia approvato il farmaco senza limiti di età, la Spagna, uno dei paesi più conservatori in Europa, ha deciso di non somministrarlo in linea di principio a chi ha più di 55 anni.

Secondo i dati dell'Istituto Sanitario Carlos III, più del 60% di coloro che sono morti in Spagna da giugno avevano più di 80 anni. Il 95% dei decessi si è verificato in persone di età superiore ai 60 anni. Per questo motivo, l'obiettivo principale di Health ora è quello di ottenere una protezione completa per tutti coloro che hanno superato tale età il prima possibile. Il ministero ha escluso la possibilità di distanziare le dosi per fermare al più presto la mortalità da covid, privilegiando l'immunizzazione degli anziani per avviare la vaccinazione dei gruppi più giovani, per i quali non è stata ancora progettata una strategia. Se l'arrivo dei vaccini continua al ritmo previsto, questo nuovo obiettivo, quello di vaccinare gli over 60, può essere completato tra la fine di maggio e l'inizio di giugno.