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Peraita Laura

«La sociedad desperdicia la vida útil de los mayores»

ABC, 06-11-2019, p.40

“Mai prima d'ora nella storia dell’umanità abbiamo vissuto così a lungo”, così Pilar Rodriguez, presidente della Fundacion Pilares per l’autonomia delle persone ha cominciato il suo intervento nel corso della giornata “La partecipazione sociale: un contributo delle persone al bene comune”organizzata a Oviedo in Spagna dal quotidiano ABC in collaborazione con Obra Social La Caixa.

Il Foro è stata l’occasione per mettere l’accento su un fenomenpo demografico nuovo ma ormai irreversibile: l’allungamento della vita umana. I partecipanti si sono interrogati su una domanda iniziale: da piccoli ci preparano a studiare, da grandi a lavorare, ma quando andiamo in pensione, cosa siamo pronti a fare?

La Società non è ancora preparata a dare una risposta precisa e continua a commettere l’errore di considerare l’anziano dai 60 ai 110 anni come se si trattasse di una  categoria univoca, non tenendo in conto una nota distintiva del mondo della terza età e, precisamente, la grande eterogeneità di questa collettività, che varia in funzione di molteplici variabili,come l’essere uomo o donna, vivere in città o campagna, avere 65 anni o 95, godere di buona salute o no.

È necessario aprire la strada ad una sempre maggiore diffusione di un concetto sociale differente, che permetta agli anziani di dimostrare le loro grandi capacità di contribuire al bene della Società. Come nel caso di Alberto Vega, che dopo 49 anni di lavoro nel settore minerario, ha deciso di di iscriversi ad un corso di informatica presso un Centro Anziani nel suo paese, in Asturia, ma – viste le sue competenze avanzate, da alunno è poi passato a insegnante volontario.”L’informatica passa in secondo piano, ciò che conta per me è dimostrare che si può fare qualcosa per gli altri senza niente in cambio, se non emozioni”, afferma Alberto, sottolineando come per l’anziano passare le proprie competenze al prossimo serva a farlo crescere nella autostima.

Nel corso del Forum si è molto discusso circa la necessità di evitare di perpetuare l’immagine sociale negativa dei Centri per Anziani, che per molti pensionati sono luoghi dove “trovi solo vecchi”, un’immagine che non corrisponde alla gran quantità e qualità di lavoro che in questi luoghi si organizza.Secondo Pilar Rodriguez, sarebbe importante aprire le porte di questi centri a partire dai 50 anni di età, affinchè le persone possano conoscere le attività svolte e contemporaneamente farne dei centri comunitari; un esperimento già in atto a Madrid e Valencia.

Ciò che in Spagna manca ancora, conclude la Rodriguez, è una vera e propria lobby di anziani, in grado di influenzare a proprio vantaggio l'attività del legislatore e le decisioni del governo, dal momento che ci sono molte associazioni e federazioni di categoria, che però lavorano separatamente.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)Peraita Laura
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2019
Pagine40
LinguaSpagnolo
OriginaleSi
Data dell'articolo2019-11-06
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteABC
Subtitolo in stampaABC, 06-11-2019, p.40
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
Volume
Approfondimenti
Peraita Laura
Attori
Parole chiave: Volontariato di anziani