L’Ivass, autorità di vigilanza sulle assicurazioni, è riuscita a rintracciare oltre 11.000 beneficiari di 15.789 polizze dormienti; le polizze non erano state riscosse da nessuno perché gli aventi diritto non erano a conoscenza del fatto che i loro parenti deceduti le avevano sottoscritte. Fino ad oggi – secondo le compagnie assicurative – era difficile venire a conoscenza della morte di un proprio assicurato a meno che un parente non rivendicasse il dovuto. L’Ivass ha chiesto alle compagnie i codici fiscali dei titolari di quote di polizze dormienti, li ha comunicati all’Agenzia delle Entrate che ha accertato se questi fossero o meno in vita. Informazioni che, girate nuovamente alle compagnie assicurative, hanno permesso di risvegliare le prime 15 mila polizze. Queste ultime riguardano una sperimentazione partita a fine anno su un campione di 12 imprese assicurative e 101.242 polizze vita di assicurati con età superiore a 90 anni, ma il totale delle polizze individuate dall’Ivass come dormienti o potenzialmente dormienti è molto superiore. Si stima che siano ben 4,11 milioni le polizze temporanee caso morte, per un controvalore di 190 miliardi di euro. Da una indagine dell’Ivass, invece, le polizze a vita intera (con il ciclo di pagamenti completato) intestate a persone con età superiore agli 85 anni sono 429.599 per un controvalore di 35,47 miliardi di euro. Un numero molto alto se si pensa che, secondo l’Istat, in quella fascia di età, ci sono poco più di 2 milioni di persone. Da marzo la sperimentazione che finora ha riguardato 1,1 milioni di polizze sarà estesa alle circa 4 milioni di polizze individuate.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)