L’Istituto Europeo di Oncologia annuncia strumenti innovativi contro il cancro della prostata, in occasione del mese internazionalmente dedicato a questo tumore: modelli virtuali della ghiandola, creati attraverso la realtà aumentata, per rendere più sicura e precisa la chirurgia robotica e una “firma radiomica”, basata sulla risonanza magnetica, per predire l’aggressività della malattia e decidere più precisamente il trattamento appropriato.
“Movember è particolarmente importante nell’anno del Covid – dichiara Ottavio De Cobelli, Direttore del Programma Prostata e Trattamenti mininvasivi della prostata IEO, Professore Ordinario all’Università degli Studi di Milano – Sarebbe disastroso se la paura del contagio si sommasse alla reticenza naturale dei maschi andare dall’urologo. Noi urologi ci uniamo con forza agli appelli contro la frenata degli screening oncologici: il tumore della prostata diagnosticato agli esordi ha alte probabilità di guarigione totale ed è curabile con trattamenti minimamente invasivi e terapie personalizzate che permettono di vivere a lungo, intensamente e bene. Addirittura chi scopre di avere lesioni minime ha così tante opzioni per tenere sotto controllo la malattia, da sentirsi confuso. Molti pazienti si trovano a peregrinare tra chirurghi, oncologi radioterapisti e specialisti sostenitori della sorveglianza attiva, cioè i controlli in assenza di trattamento”.
“La moderna oncologia si basa sulla personalizzazione del trattamento – conclude Roberto Orecchia, Direttore Scientifico IEO – Valutare ogni paziente integrando i dati clinici e quelli biologici consente di offrire la miglior cura e di aumentare le probabilità di guarigione. I nostri programmi sul tumore della prostata sono all’avanguardia e offrono quanto di più avanzato sia oggi disponibile, anche con l’aiuto della intelligenza artificiale. Non dimentichiamoci però dell’importanza della diagnosi precoce. I pazienti ma anche le persone a rischio di sviluppare una malattia devono continuare ad avvicinarsi con fiducia ai centri specialistici che sono sicuri ed attrezzati anche in questo periodo di emergenza. Ritardare una diagnosi o una terapia è più pericoloso del virus”.
(Fonte: tratto dall'articolo)