In Italia, cresce il numero di persone in “povertà energetica” (Pe), espressione con cui si intende la difficoltà ad acquistare un paniere minimo di servizi energetici (elettricità, riscaldamento o raffrescamento adeguato della propria abitazione, acqua calda sanitaria, etc.) con effetti sul mantenimento di un standard di vita dignitoso, sulla salute delle persone e, in ultima istanza, sulla mortalità. La Calabria in particolare, risulta essere la regione con il maggior numero di persone in condizione di povertà energetica (il 45,4%). Le situazioni di disagio energetico tendono ad essere maggiormente diffuse con l’avanzare dell’età: difatti, le persone che vivono in condizioni di difficoltà hanno un’età media di 72 anni. Il maggior numero tra coloro che non possono permettersi il riscaldamento si annida tra ex artigiani e casalinghe e,in misura meno accentuata, tra gli operai. Diversamente, chi prima del pensionamento svolgeva professioni impiegatizie non ha grandi problemi a sostenere spese per l’energia. In altre parole, chi può contare su una pensione da lavoro, se la passa molto meglio rispetto a chi, invece, può contare solo sulla pensione sociale o su indennità di accompagnamento. Lo strumento principale per contrastare il fenomeno della povertà energetica è il bonus sociale energia elettrica e gas che pochi richiedono.
(Sintesi redatta da: Macheda Maria Gabriella)