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Faccini Annalisa, Sorrentino Marco

Il Pronto Intervento Sociale di Bologna nella gestione delle emergenze sociali

Prospettive Sociali e Sanitarie, 4/2023, 2023, pp.8-12

Il 53% dei nuclei familiari di Bologna dei nuclei è composto da una sola persona, che per il 32% ha più di 65 anni, prefigurando uno scenario in cui migliaia di persone rischiano di trovarsi a invecchiare senza reti familiari. Nelle dichiarazioni 2022 Bologna è la quarta città a livello nazionale, con valori che sono quasi un quarto in più della media italiana. Tuttavia, dentro questa cifra si nascondono alcune rilevanti differenze: il 30% dei contribuenti dichiara redditi inferiori a 15.000 euro, il 10% inferiori a 10.000 euro, mentre sono il 6% coloro i quali dichiarano redditi superiori a 75.000 euro. 


Nondimeno, gli uomini hanno redditi medi del 41% superiori alle donne. I giovani con meno di 34 anni hanno redditi che sono meno della metà della media, mentre gli adulti (35–64 anni) hanno introiti superiori dell’8% e gli anziani (>65 anni) superano il valore medio del 9%. In questo quadro di luci e ombre, agisce il Pronto intervento sociale della Città Metropolitana di Bologna (Pris), istituito nel 2010. Gli strumenti operativi attualmente vigenti sono tre. Il primo è il manuale operativo che definisce i dettagli di funzionamento della centrale operativa, della procedura di assessment e di trasmissione all’ente di presa in carico. Il secondo è il “report dell’intervento”, documento redatto congiuntamente dalle figure che materialmente gestiscono la segnalazione (centrale operativa e front office), recante tutte le informazioni necessarie a garantire la corretta presa in carico dei casi da parte dei servizi. 


Il terzo riguarda la modalità di raccolta dati a fini di monitoraggio e mappatura. Come sempre accade a servizi che operano in contesti complessi, con target differenti, il PrIS di Bologna ha fortemente investito su tre ambiti, tra loro correlati. Il primo attiene alla cultura organizzativa del servizio. Si concretizza nell’assumere il turnover come condizione fisiologica, intervenendo quindi su tutti quegli aspetti che permettono di leggere le condizioni di stress e di fatica professionale. Il secondo attiene al processo di supervisione del servizio e alla gestione attenta dell’equipe. 


Il terzo è quello che investe sulla formazione permanente, sullo scambio di esperienze, ma anche sulla valorizzazione del ruolo di chi opera nel servizio. L’importanza del Pronto intervento sociale sta innanzitutto nella sua capacità di gestire le situazioni di emergenza connettendole e correlandole con l’articolato sistema di welfare territoriale. Decisivo il suo ruolo nel decongestionare i servizi da una domanda che si presenta al di fuori dei normali processi di programmazione e presa in carico, garantendo una funzione di cuscinetto competente e pienamente inserita in una procedura condivisa.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)Faccini Annalisa, Sorrentino Marco
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2023
Pagine8-12
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo19000101
Numero4/2023
Fonte
Approfondimenti Online
FonteProspettive Sociali e Sanitarie
Subtitolo in stampaProspettive Sociali e Sanitarie, 4/2023, 2023, pp.8-12
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
Volume
Approfondimenti
Faccini Annalisa, Sorrentino Marco
Attori
Parole chiave: Welfare locale