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Il patrimonio “private” è ancora nelle mani di una clientela senior

Il Messaggero, 07-12-2023

Oggi il "private banking" è un mercato che in Italia vale 1.076 miliardi di euro, secondo gli ultimi dati forniti da Aipb (l'associazione italiana del private banking), con una crescita dell'8,2% sullo scorso anno. La caratteristica è la personalizzazione del servizio di consulenza finanziaria. Inflazione e volontà di preservare il valore del patrimonio nel tempo hanno influenzato la ricomposizione del portafoglio nel corso del 2023. Le preferenze delle famiglie "private" si sono infatti orientate nel primo semestre verso gli investimenti che hanno maggiormente beneficiato dell'aumento dei tassi. 


Titoli di Stato e obbligazioni sono così cresciuti del 33% sul valore totale degli asset gestiti dal settore. Il contributo delle azioni, invece, è stato marginale. I fondi di investimento e le gestioni patrimoniali hanno registrato una crescita positiva, ma significativamente inferiore, mentre il comparto assicurativo ha subito un calo dell'1,7%. La preoccupazione per salute, longevità e benessere della famiglia hanno invece influito sul bisogno di protezione delle famiglie "private", ambito in cui le priorità hanno assunto caratteristiche differenziate se osservate tenendo in considerazione l'età anagrafica dei clienti. 


C'è una questione generazionale anche nella clientela "private". Nei prossimi anni l'industria assisterà a ingenti passaggi di ricchezza da parte dell'attuale generazione di clienti verso la successiva. Entro la fine di quest'anno si prevede che 22 miliardi di euro passeranno alle generazioni più giovani: cifra che salirà a circa 180 miliardi entro il 2028 e a 300 miliardi entro il 2033. Il Private Banking dovrà essere in grado di far dialogare le diverse generazioni, riducendo la quota di clienti (pari al 69% tra i 65 e i 74 anni e al 58% tra gli over 74) che non coinvolge i figli nella gestione del patrimonio e aumentando la percentuale di chi confermerà il consulente di famiglia (solo il 23% tra i 45 e 65 anni). 


Dall'Osservatorio sulla clientela di Aipb emerge, per esempio, che tra i 45 e 54 anni le motivazioni che portano a investire sono legate all'accumulo e alla costruzione del capitale, mentre tra i 55 e i 64 anni diventa centrale essere in grado di costruire qualcosa per i futuri eredi. Le fasce d'età più giovani vogliono comprendere l'impatto dei loro investimenti, mentre quelle più senior chiedono soprattutto un incontro sistematico col banker.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)
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Anno Pubblicazione2023
Pagine
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2023-12-07
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Fonte
Approfondimenti Online
FonteIl Messaggero
Subtitolo in stampaIl Messaggero, 07-12-2023
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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Approfondimenti
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Parole chiave: Patrimonio: investimenti, assicurazioni, problemi economici