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"I Café dove si tiene allenato il cervello"

La Stampa, 12-09-2019, p.14

Marco Gatti, psicologo, si occupa di seguire un Alzheimer Café a Milano per l'Ama, Associazione malattia Alzheimer. Racconta che sono nati in Olanda, nel 1997, grazie allo psicogeriatra Bère Miesen. Quello milanese prevede un incontro di due ore ogni due settimane, con i pazienti partecipano i familiari o gli amici o i badanti che li assistono, anche più di uno, tutto gratuitamente. Durante le due ore si alternano vari tipi di attività, cercando di alternare i lavori manuali alle attività di tipo mentale. L’obiettivo è di assicurare due ore di svago ai pazienti e dei caregiver, aiutandoli a risolvere le difficoltà e mostrando come con la pazienza, e, magari, un sorriso in più, si può interagire meglio. Il raggiungimento della consapevolezza da parte del malato e dei suoi cari è sicuramente il momento più difficile, come anche riuscire a fare diagnosi, che in media, avviene due anni dopo il manifestarsi dei primi sintomi. Il presentarsi al Café significa ammettere la realtà della malattia.

(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)

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Autore (Cognome Nome)
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2019
Pagine14
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2019-09-12
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteLa Stampa
Subtitolo in stampaLa Stampa, 12-09-2019, p.14
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)
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Approfondimenti
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Parole chiave: Caffè Alzheimer