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Guerra generacional en el Reino Unido para pagar la pandemia - Guerra generazionale nel Regno Unito per i costi della pandemia

La Vanguardia, 20-07-2021

È un anno e mezzo che lo Stato inglese, in cambio del taglio delle libertà e del controllo, fa grandi promesse ai suoi cittadini: alza le pensioni dei anziani, non tocca le tasse, aumenta i sussidi sociali, dà aiuti a pioggia per evitare la chiusura delle aziende e paga anche l’80% degli stipendi, come se la Gran Bretagna fosse una socialdemocrazia scandinava. Ma l'ora della resa dei conti si avvicina pericolosamente. Nel Regno Unito si sta infatti preparando una guerra generazionale. I giovani si sentono le principali vittime della pandemia (i loro posti di lavoro sono quelli che sono scomparsi, hanno dovuto frequentare le lezioni su Zoom nonostante il pagamento di ingenti tasse universitarie, il loro livello di istruzione si è ridotto rispetto alle generazioni precedenti, le loro prospettive future sono peggiorate), ma i loro nonni rifiutano di farsi toccare le pensioni. E coloro che sono ancora in età lavorativa minacciano di vendicarsi su qualsiasi governo che aumenti le tasse.

Boris Johnson deve dunque affrontare un grave dilemma. I pensionati sono la principale base elettorale del Partito Conservatore, che undici anni fa ha promesso che le pensioni sarebbero aumentate al passo dell'inflazione (politica del "triplo blocco"). Sembra molto generoso, ma bisogna tenere presente che le pensioni statali nel Regno Unito non sono economiche, si parla di circa 200 euro a settimana per i futuri pensionati, praticamente la metà di quelle, ad esempio, in Danimarca. Sono soldi per la sussistenza, accompagnati da alcuni piccoli vantaggi come l'uso gratuito dei mezzi pubblici e l'aiuto per pagare la bolletta del gas in inverno. La stragrande maggioranza dei dipendenti del settore privato gode invece di piani complementari inclusi nei contratti di lavoro.

Ma, poiché le pensioni sono aumentate dal 2010, mentre gli stipendi si sono ridotti e i benefici sociali sono diminuiti con l'austerità, i pensionati sono visti dalle altre generazioni come dei privilegiati, nonostante il fatto che 1,9 milioni di loro vivano al di sotto della soglia ufficiale di povertà e la pandemia sia ancora un incubo in cui, oltre a non poter vedere i propri figli e nipoti per la paura di essere contagiati, sono stati obbligati a ricorrere alle tecnologie digitali, in molti casi sconosciute. Tuttavia, essendo il reddito pubblico aumentato durante la pandemia, quest'anno si prevede un incremento delle pensioni dell'8%, con un costo per l'erario di circa 3.500 milioni di euro. I giovani, che non possono comprare un appartamento (mentre i senior in maggior parte sono possessori di immobili), manifestano chiaramente il loro dissenso, anteponendo tematiche come l’assistenza sociale e il cambiamento climatico, che, se attuate, costerebbero una fortuna.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)
Casa Editrice, città
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Anno Pubblicazione2021
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LinguaSpagnolo
OriginaleSi
Data dell'articolo2021-07-20
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Approfondimenti Online
FonteLa Vanguardia
Subtitolo in stampaLa Vanguardia, 20-07-2021
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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Approfondimenti
Attori
Parole chiave: Rapporti intergenerazionali Sistema pensionistico