Il Dipartimento del Lavoro americano ha diffuso, prima dell’estate, dati sbalorditivi. I posti di lavoro offerti (“job openings”) in USA risultavano a fine aprile di quest’anno pari a 6,7 milioni. Il numero dei disoccupati, alla stessa data, era inferiore a 6,1 milioni di persone.
In pratica, in un mercato del lavoro ideale, dove tutti sarebbero in grado di accettare una posizione aperta, saremmo dinnanzi a un tasso di disoccupazione negativo. Sono numeri sorprendenti per il fatto che un dato simile non era mai stato registrato. Nel 2010, all’apice della crisi dell’occupazione, vi erano 6,5 disoccupati per ogni posto di lavoro disponibile, mentre persino negli anni pre-crisi si era intorno a un rapporto di 1,5.
Oggi, siamo sotto l’unità. Altri dati segnalano che sempre più americani si spostano da un’azienda all’altra e potrebbero indicare un buon grado di fiducia tra i lavoratori. Per gli studiosi il tasso di dinamicità non ha ancora raggiunto i livelli del 2006 a causa dell’invecchiamento progressivo dei lavoratori; meno probabile, infatti, che un over 60 ancora occupato rischi il posto per cercarne un altro. Questo abbassa la percentuale totale dei “quitters” (rinunciatari) e potrebbe essere un fattore di contenimento della dinamica naturale dei salari.
(Fonte: www.investireoggi.it)