Che il primo viaggio non si dimentica mai Gino Belacca lo sa bene. A 100 anni ricorda alla perfezione la traversata atlantica a bordo di un piroscafo salpato da Genova e diretto ad Halifax, in Canada.
Era il 21 novembre del 1949. «Quando scesi dal piroscafo me lo promisi: “Io da qui non me ne andrò mai più”». E così è stato per una vita intera, trascorsa tra il Canada e la Romagna. «Sono un costruttore edile e di case ne ho tirate su in America — ricorda—. Solo che il passaporto era scaduto e l’ho dovuto rinnovare per tornarci» .A consegnarglielo di persona è stata la questora, Rosanna Lavezzaro. «Con l’augurio — ha detto — di poter replicare la consegna alla prossima scadenza, tra dieci anni».
«Ad Hamilton andrò prima di partire per il Messico a dicembre, per trascorrervi l’inverno». Replica Gino.
La memoria torna indietro, corre a ritroso fino a quel 21 novembre del 1949. Con il passare degli anni Belacca è passato dallo spaccarsi le mani tra porti e cantieri alla vita in ufficio. «Negli anni Cinquanta costruii la mia casa. Lo feci con le mie mani aiutato da qualche amico, ad Hamilton» La prima di più di diecimila abitazioni, tra case a schiera, appartamenti e grattacieli. Poi è scoccato l’amore per il Messico «Ora lì ho i miei capitali, un appartamento, molte macchine e una barca».
A chi gli chiede come vivere serenamente alla sua età risponde senza scomporsi. «Lavoro nell’orto, vado in barca, passo il tempo con mia moglie, la seconda che ho sposato sei anni fa. Un consiglio ai giovani? Che partano dall’Italia. Nel mondo c’è tanto in cui poter investire per realizzarsi».
(Sintesi redatta da: Nardinocchi Guido)