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Robinson Marilynne

Gilead

Giulio Einaudi Editore, Torino (Scrittori), 2008, pp.258

John Ames ama con la forza e lo stupore dei bambini, e forse dei santi. C’è un trasporto limpido e grato nel suo amore per la moglie e per il loro figlioletto; una meraviglia sempre sorridente eppure consapevole nella sua adesione alla vita e a tutto il mondo che la ospita, dall’ultimo filo d’erba al più sottile costrutto del pensiero.

John Ames un bambino non è – ha 76 anni ed è il pastore congregazionalista di Gilead, cittadina di poche anime nel cuore dell’Iowa – ma un santo forse si appresta a diventarlo, ora che una malattia cardiaca lo sta spegnendo. Ecco dunque la decisione, in quella primavera del 1956, di lasciare testimonianza di sé al figlio che non vedrà crescere.

A partire dalle sue ascendenze: la storia degli altri due reverendi John Ames, nonno e padre, che prima di lui hanno assolto quella funzione. Un abolizionista radicale, il primo, guerrigliero accanto a John Brown e volontario nell’esercito unionista, che, folgorato da una visione in giovane età, comunica con Dio da pari a pari e sceglie di esserne il braccio armato in nome di un’inflessibile giustizia. Pacifista convinto, il secondo, che del proprio mandato privilegia l’osservanza, e vive una vita di reazione implosiva all’esplosiva azione paterna.

Il terzo John Ames, lo scrivente, racconta delle loro eredità, dei saperi e delle esperienze che gli hanno permesso di coniugarle, della sua esistenza di studio e servizio in un luogo, Gilead, che dispensa con parsimonia il suo biblico balsamo, della lunga separazione dalla vita vissuta fino alla tarda folgorazione dell’innamoramento e alla rinascita in una piena e matura felicità. Sembra aver vinto ogni battaglia, John Ames: quella con i suoi morti e i suoi demoni, quella con la perdita e l’abbandono, quella con l’ingiustizia e lo scontento, quella con l’inadeguatezza e la miscredenza.

L’arrivo in città di Jack Boughton, figlio del suo amico fraterno, giovane inquieto e un po’ sinistro dal passato oscuro e dalle dubbie intenzioni, gli offre l’occasione di chiudere i conti anche con la gelosia e il sospetto, sciogliendoli in perdono e tolleranza.

Resta una sola prova da superare: la serena accoglienza della propria mortalità, il distacco da una vita terrena più che amata, da una famiglia che non può più proteggere. Come nella storia di Agar e Ismaele, è tempo di mandare il proprio figlio nel deserto, la dimora degli sciacalli. E sperare – no, credere – che gli angeli siano anche là.

(Fonte: www.einaudi.it)

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Autore (Cognome Nome)Robinson Marilynne
Casa Editrice, cittàGiulio Einaudi Editore, Torino
CollanaScrittori
Anno Pubblicazione2008
Pagine258
LinguaItaliano
OriginaleNo
Data dell'articolo19000101
Numero
Fontewww.einaudi.it
Approfondimenti Onlinewww.einaudi.it/catalogo-libri/narrativa-straniera/narrativa-di-lingua-inglese/gilead-marilynne-robinson-9788806179991/
Subtitolo in stampaGiulio Einaudi Editore, Torino (Scrittori), 2008, pp.258
Fonte da stampare(Fonte: www.einaudi.it)
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Robinson Marilynne
Attori
Parole chiave: Accompagnamento alla morte Storie di vita