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Generación sacrificada ¿y resignada?- Una generazione rassegnata e sacrificata?

El País, 02-02-2024

Il politologo Oriol Bartomeus spiega nel suo libro, Il peso del tempo, come ogni generazione sia impregnata dal segno del tempo in cui ha vissuto, segnata da eventi storici che lasciano un segno generazionale. I giovani delle generazioni precedenti sono stati al centro della scena e hanno potuto godere del più grande balzo in avanti mai visto. La Spagna ha smesso di essere un paese povero, ma i loro figli e nipoti non hanno un futuro garantito: non tutti, ma la maggioranza dei giovani sono più poveri dei loro genitori. 


Dalla crisi del 2008, gli stipendi hanno perso peso nell’economia e nel potere d’acquisto e i più colpiti sono senza dubbio i giovani (studio Fondazione BBVA e Istituto Valenciano di Ricerca Economica). Non tutti sono nella stessa situazione, ma a livello globale lo stipendio dei giovani sotto i 29 anni è inferiore del 35% alla media e la loro aspettativa di miglioramento è inferiore e più incerta rispetto a quella dei genitori. 


Se la generazione precedente raggiungeva lo stipendio medio a 27 anni, adesso, a 34 anni, non l’ha ancora raggiunto. Oltre la metà dei giovani sotto i 29 anni non guadagna abbastanza per vivere senza aiuti, pur essendo la generazione più preparata. Hanno quindi ragioni per considerarsi una generazione sacrificata. Ma i giovani sono pochi (il 14,8% della popolazione) e votano anche poco. Inoltre non sembrano voler prendere il controllo del mondo in cui vivono per cambiare le cose. La generazione del dopoguerra e della Transizione, che è numerosa e anziana, resta al timone ma il problema non è che non vogliano cedere il passo. 


Il problema è che, a partire dagli anni Ottanta nel mondo e dagli anni Novanta in Spagna, il trionfo delle teorie economiche e politiche del neoliberismo non solo ha cambiato le basi economiche che hanno portato all’arretramento subito dai giovani di oggi, ma ha anche vaccinato le nuove generazioni il virus dell’individualismo consumistico e di una cultura che ha completamente cambiato il suo rapporto con la politica. È diventato volatile, strumentale e riluttante al compromesso. 


La cosa più interessante del libro di Bartomeus è la sua miscellanea sulla nuova visione del mondo, in cui descrive i cambiamenti culturali che agiscono come l'impronta del tempo sulle nuove generazioni: un desiderio di cambiamento permanente, che favorisce adesioni politiche forti ma di breve durata; il rifiuto della nozione di autorità, l'espressione di opinioni forti e polarizzate, unite a una bassa fedeltà alle proprie idee: cambiare opinione non è solo legittimo, ma auspicabile. La resistenza alla creazione e alla partecipazione a strutture politiche durature, capaci di trasformare la realtà. Cioè tutto ciò che fa esaurire la protesta nel grido.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2024
Pagine
LinguaSpagnolo
OriginaleSi
Data dell'articolo2024-02-02
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteEl País
Subtitolo in stampaEl País, 02-02-2024
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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Parole chiave: Crisi economica Rapporti intergenerazionali