Con l'emergenza coronavirus nelle famiglie si invertono i ruoli: quello che era il nonno affidabile che si occupava degli appuntamenti dei nipoti, ora viene subissato di raccomandazione dai figli preoccupati per la sua salute.
Per i nipoti un distacco improvviso da figure quotidiane, per i figli ritrovarsi da un minuto all'altro a dover gestire i ragazzi. Una sorta di rovesciamento dei ruoli avvenuto a livello collettivo, dove ai giovani è stato chiesto di dare solidarietà agli anziani.
Finora questo appello è rimasto poco ascoltato da parte dei ragazzi, che stentano ad osservare le rigide norme utili a contenere il virus. Inoltre oggi sono loro, i caregiver familiari, che debbono occuparsi degli anziani, anche dei più fragili. Infatti in questo momento l'assistenza domiciliare è in sofferenza per il gran numero di persone sole che necessitano di aiuto. Anche le badanti spesso non possono intervenire, anche perché, per la maggior parte, debbono prendere i mezzi (spesso per lunghe tratte) e proprio per questo motivo, sono più esposte ai contagi, e le famiglie preferiscono che non si rechino al lavoro.
C'è quindi bisogno di uno sforzo collettivo che generi comportamenti virtuosi.
Per gli anziani che necessitano assistenza è partita una sorta di "gara di solidarietà", che coinvolge volontari e istituzioni. Anche sui social sono tanti gli appelli in cui si invita alla tutela dei nonni, portandoli ad esempio e indicandoli come soggetti molto amati da tutelare.
Scrive ad esempio Michela Moioli, campionessa olimpica di snowboard cross. «I nonni sono come alberi secolari: diamo per scontato che ci siano, ma poi, quando li tagliano, ci mancano, e lasciano un vuoto».
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)