A causa del pluridecennale blocco delle assunzioni gli uffici pubblici sono rimasti scoperti in media del 30 %, mentre è aumentata l’età di chi è rimasto in servizio. Oggi chi lavora nel pubblico, secondo gli ultimi dati del Conto annuale del Tesoro, ha mediamente 49,8 anni.
Chi poteva andare in pensione lo ha fatto, magari approfittando degli scivoli come Quota 100 o Opzione Donna, usati dai dipendenti pubblici, col risultato di una grave carenza di organico nei tribunali, negli ospedali e nei ministeri che non verrà colmata neanche con lo sblocco del turn over.
Se per un dipendente che va in pensione entra un nuovo dipendente, non si farà altro che cristallizzare le attuali scoperture di organico. Oggi è difficile trovare infermieri, cancellieri, ispettori del lavoro, guardie carcerarie.
Sono lavori che attraggono poco i giovani, sia per le basse retribuzioni, sia per le condizioni di lavoro rese difficili proprio dalle carenze di organico. In questi mesi il governo ha provato a rispondere riconoscendo alcuni aumenti ad hoc per queste categorie.
Ha introdotto le indennità specifiche per alcune professioni o riconosciuto incrementi di stipendio una tantum, come nel caso dei dipendenti ministeriali che lavorano nelle carceri. Un paio di mesi fa il capo del Dap aveva chiesto che l'età di pensionamento delle guardie carcerarie fosse portata, su base volontaria, dagli attuali 60 a 62 anni.
(Sintesi redatta da: Nardinocchi Guido)