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Oltermann Philip

‘Empathy was beaten out of us’, says inmate

www.theguardian.com, 28-10-2019

La terza età è l’età della memoria, ma la memoria ha molti volti. Nell’autunno del 1944, due 17enni, un tedesco e un polacco, si trovano dai lati opposti di un muro invalicabile. Marek Dunin-Wąsowicz è un internato del campo di concentramento di Strutthof, in Alsazia; Bruno Dey è una ex SS, sentinella in una torre di guardia di quel campo. A distanza di 74 anni si stanno per ritrovare in un’aula di tribunale di Amburgo, in Germania, entrambi 93enni. Dunin-Wąsowicz è, infatti, il primo testimone del processo all’ex SS accusato del crimine di olocausto, per aver contribuito alla morte di 5.230 persone internate. Egli ricorda di essere arrivato a Strutthoff nel maggio del ’44, in seguito all’arresto di tutta la sua famiglia accusata di coinvolgimento nella resistenza polacca, contro le forze occupanti tedesche. Immediatamente si scontrò con la brutalità delle condizioni del campo, dove mancavano cibo, igiene e medicine. Sopravvissuto a morte certa, perché dirottato dal brutale lavoro nei campi a compiti di tipo amministrativo, nel gennaio del 1945, in seguito all’avanzata dell’esercito sovietico, fu costretto a unirsi alla marcia della morte organizzata dai nazisti in ritirata. Durante una notte riuscì a scappare nascondendosi nei boschi gelidi. Per decine di anni dopo la fine della guerra, Marek cercò di dimenticare, ma una decina di anni fa qualcosa dentro di lui è cambiato, ed egli improvvisamente ha sentito il bisogno di “far conoscere alle giovani generazioni ciò che gli era capitato nel campo”, così, quando Bruno Dey è stato identificato come uno dei pochi guardiani dei campi di concentramento ancora in vita, non ha esitato un istante a produrre la sua testimonianza. Durante il processo Dey ha ammesso di essere stato a conoscenza dell’uso delle camere a gas per i prigionieri, ma ha dichiarato di non aver mai ucciso direttamente nessuno di loro, lamentandosi anzi che l’accusa mossagli dopo tutto questo tempo sta distruggendo gli ultimi anni della sua vita. Ma nelle memorie di Dunin Wasowicz le guardie contribuivano attivamente allo sterminio nei campi, in quanto sorvegliavano con i mitra i prigionieri, impedendone la fuga e obbligandoli a lavorare in condizioni disumane. Dunin Wasowicz ha sottolineato di non cercare vendetta” Non voglio necessariamente che egli vada in prigione, ma in qualche modo deve pagare per ciò che ha fatto, è una questione di giustizia”.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)Oltermann Philip
Casa Editrice, città
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Anno Pubblicazione
Pagine
LinguaInglese
OriginaleSi
Data dell'articolo2019-10-28
Numero
Fontewww.theguardian.com
Approfondimenti Online
Subtitolo in stampawww.theguardian.com, 28-10-2019
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
Volume
Approfondimenti
Oltermann Philip
Attori
Parole chiave: Storia Storie di vita