Sono “malati a pezzetti”, visti di volta in volta dal cardiologo o dal neurologo, dal diabetologo o dallo pneumologo. E spesso finiscono per essere ricoverati proprio per questo motivo: hanno patologie croniche, spesso più di una, ma non essendo gestiti in maniera globale vanno incontro a riacutizzazioni che li portano in Pronto Soccorso. “Le malattie croniche non trasmissibili sono la nuova emergenza sanitaria: in Italia sono responsabili del 92% dei decessi, con una maggiore rilevanza delle patologie cardiovascolari (41%) e dei tumori (28%) e del diabete (6-8%). Riguardano inoltre un numero sempre più ampio di persone, anche giovani visto che ben 1,5 milioni di 45-55enni deve già convivere con patologie plurime. Purtroppo l'età a cui si comincia a dover combattere contro problemi da cui non si guarisce si sta abbassando sempre più – spiega Franco Perticone, presidente SIMI – Il numero di soggetti da seguire in maniera strutturata, individuando priorità di intervento senza perdere di vista la complessità del caso, è perciò in continuo aumento: a 40 anni dall’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale è indispensabile rivedere le strategie di gestione assistenziale e migliorarne l’efficienza alla luce del cambiamento epidemiologico in atto”.
(Fonte: tratto dall'articolo)