Secondo Toby Porter, amministratore delegato di Hospice UK, e Paul Marriot, capo del North East Hospice St Cuthbert's, l'aumento delle bollette potrebbe costringere gli hospice a chiudere o ridurre i loro servizi. Miriam Deakin, direttrice di NHS Providers, che rappresenta gli ospedali di tutta l'Inghilterra, ha avvertito che se gli hospice fossero costretti a chiudere o ridimensionare i letti, ciò eserciterebbe un’ulteriore pressione sulla capacità degli ospedali di dimettere i pazienti. I pazienti che a casa ricevono cure palliative sono a loro volta costretti a spegnere il riscaldamento e l'illuminazione, col rischio di morire di ipotermia.

Il settore degli hospice nel Regno Unito supporta oltre 225.000 persone in condizioni terminali o limitanti della vita. Parlando dell'impatto che la crisi del costo della vita ha su questi pazienti, Marriot ha affermato: "Molti dei nostri pazienti hanno già un reddito basso e il fatto che siano malati aumenta i loro costi. Quindi non è un'opportunità per loro spegnere il riscaldamento, non è un'opzione per loro indossare più vestiti, non è un'opzione per loro arrivare a Primavera, perché allora potrebbero non essere più qui”.

Alcuni hospice ritengono che, con l'aumento dei prezzi dell'energia e a meno che il governo non estenda il sostegno alle imprese l'anno prossimo, i costi potrebbero aumentare di sette volte, passando da da £ 40.000 all'anno a £ 150.000. Aumenti che si sommerebbero a quelli per il cibo e il trasporto dei malati. Una prospettiva denunciata anche dagli infermieri che assistono i pazienti con le cure palliative a domicilio, come Modupe Banks, che ha dichiarato: "Dato che il costo della vita continua ad aumentare senza un reddito corrispondente, penso che ci sarà un aumento della domanda di letti per hospice mentre le persone cercheranno di ridurre le bollette del riscaldamento nei mesi invernali. A meno che non ci sia un aiuto e un supporto immediati per i pazienti in cure palliative, temo che ci sarà un aumento della mortalità precoce”.

La situazione è aggravata dalla diminuzione delle donazioni dei privati e il rischio ulteriore è un peggioramento della disuguaglianza nel fine vitae, con ospizi in aree ricche in grado di sopportare meglio le difficoltà finanziarie. Mentre la riduzione delle cure in hospice porterebbe più persone a morire negli ospedali, senza adeguata assistenza.