Iscrizione newsletter Chiudi

Registrati alla Newsletter, per essere sempre aggiornato.

* Campo obbligatorio

Indirizzo Email

*

Nome

Cognome

Tipologia Utente:

*
*
Carta d'Identità Centro Studi 50&Più Chiudi

Cuore in tilt se la mente non sta bene

Il Messaggero, 13-11-2019, p.24

Nel 1628 il medico inglese William Harvey, primo a descrivere il sistema cardiocircolatorio dell'uomo, chiariva lo stretto rapporto che lega mente e cuore. Oggi siamo bravi nel trattare le malattie, ma molto meno attenti nel trattare i pazienti e spesso incapaci di trattare le persone: utilizziamo medicine all'avanguardia, ma prestiamo poca o nulla attenzione allo stato psicologico delle persone che curiamo. 


Eppure, proprio il cuore è uno degli organi maggiormente in relazione col cervello: la frequenza cardiaca, ad esempio, cambia in base allo stato psicologico ed emozionale. Nel cuore ci sono oltre 40.000 neuroni e le informazioni che vengono da questi raccolte sono indirizzate al cervello innescando reazioni che si ribaltano a loro volta sul sistema cardiovascolare. Ad esempio, i pazienti depressi dopo un infarto vanno più facilmente incontro a recidiva rispetto a quelli non depressi. La perdita di autostima diventa un killer per le malattie coronariche, mentre un atteggiamento ottimistico è stato in vari studi correlato a più basse percentuali di ospedalizzazioni e ridotta mortalità.

(Sintesi redatta da: Linda Russo)

TORNA ALLA PAGINA PRECEDENTE     AGGIUNGI AI PREFERITI     I MIEI PREFERITI
Autore (Cognome Nome)
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2019
Pagine24
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2019-11-13
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteIl Messaggero
Subtitolo in stampaIl Messaggero, 13-11-2019, p.24
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Linda Russo)
Volume
Approfondimenti
Attori
Parole chiave: Depressione Relazione di cura Malattie cardiovascolari