Acer Reggio Emilia (Azienda Casa Emilia - case popolari) telefona agli oltre 400 settantenni che vivono nelle case di edilizia pubblica.
I report delle telefonate hanno evidenziato che gli anziani sono pazienti e, nonostante la sofferenza causata dalla lontananza forzata dai propri cari, hanno compreso bene la pericolosità della situazione attuale. Si tutelano facendosi aiutare dai vicini, dai familiari o dai servizi disponibili, (per le spese e per le piccole incombenze esterne), mentre trascorrono la maggior parte del tempo a leggere.
Coltivano hobby e passioni – scrivono racconti, dipingono, ricamano, cucinano, ascoltano musica, fanno giardinaggio, curano un piccolo orto - e sono tecnologicamente evoluti: posseggono tutti un telefono cellulare, inviano frequentemente messaggi sms e WhatsApp.
Il 19% ha un profilo Facebook, il 5% utilizza Instagram e un altro 5% si connette via Skype. Un costo che gli anziani non riescono a sostenere e che cercano di contenere, è quella del riscaldamento.Tengono una temperatura bassa, all'interno dell'appartamento, con le prevedibili conseguenze sul loro stato di salute, in molti casi già compromesso da condizioni di fragilità dovute all’età. Risultano disponibili a mettere a disposizione le proprie abilità per realizzare attività e iniziative utili alla vita del condominio e del quartiere.
Il presidente di Acer, Marco Corradi – sottolinea che: "l'iniziativa ha fornito moltissimi elementi per elaborare un programma di politiche abitative volte a migliorare le condizioni di sostenibilità, sicurezza, benessere e comfort abitativo degli inquilini della terza età: un autentico patrimonio da valorizzare”.
(Fonte: tratto dall'articolo)