Padre Francesco Occhetta, scrittore de La Civiltà Cattolica, nella nota pubblicata sul numero di maggio di Vita pastorale sostiene che "l'emergenza dell’epidemia ha fatto riaffiorare una domanda etica sulla cura e la gestione degli anziani in Europa".
Il gesuita riflette sul ruolo degli anziani nelle società europee di oggi dopo l’alto numero di morti verificatesi nelle Rsa a causa del coronavirus. “In un tempo in cui i legami sociali e familiari si sono affievoliti, la gestione della solitudine e della malattia è diventata una questione politica, dipende dal modo in cui una comunità sceglie di vivere le relazioni. È questo il punto di crisi: non siamo riusciti a gestire umanamente l’emergenza dei nostri anziani”.
Se si fosse creato un binario parallelo per la gestione degli anziani, la drammatica gestione degli infettati sarebbe stata diversa sostiene Occhetta e avremmo risparmiato la solitudine di tanti anziani, lasciati senza cure e soli nelle loro case. In queste settimane, la generazione che ha ricostruito il Paese, persone resilienti e forti, ci stanno lasciando senza poterli salutare e celebrare. Per Occhetta "Non si potrà ripartire se non onoreremo la loro memoria”.
La strada è quella di creare una rete di protezione territoriale "tra pubblico, privato sociale, privato convenzionato, imprese sociali del Terzo settore, volontariato competente”. Fra i modelli di riferimento cita il Centro civitas vitae di Padova, una fra le più grandi strutture sociosanitarie di servizi integrati in Europa, ma anche i condomini solidali o Centri Diurni per anziani”. Dopo questa esperienza, bisogna cambiare radicalmente la gestione della longevità.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)