La presenza di un animale, che diventa anche un po’ medico, aiuta gli esseri umani a venir fuori dalle loro prigioni, fisiche e psicologiche. Quella che - con un termine che tutti gli operatori definiscono desueto - si chiamava pet therapy, e rendeva però bene l’idea.
"Con gli animali si fanno interventi terapeutici - premette Sabrina Artale, medico, istruttore cinofilo e presidente Aieccs onlus - ma anche attività sociali e ricreative ad anziani, detenuti, bambini”.
Ad esempio ci sono anziani, che ricominciano a camminare perché hanno un cane al guinzaglio. O magari, dopo un intervento, sono più stimolati ad allungare il braccio per lanciare una pallina o perché dall’altra parte c’è un gatto da accarezzare.
Gli animali hanno effetti positivi sulla salute in generale: accarezzare un cane o un gatto riduce la pressione sanguigna, l’ansia e il battito cardiaco, stimola la produzione degli ormoni del benessere. Il vero problema di tutte queste realtà è che è difficile spesso riuscire a individuare professionisti con una preparazione e competenza specifica. Anche perché dietro ad ogni intervento lavora una équipe, che tiene conto degli obiettivi terapeutici, ma anche del benessere dell’animale.
(Fonte: tratto dall'articolo)