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“Con mate y terraza somos felices” - “Del buon mate e un bel terrazzo, ora siamo felici”

La Vanguardia, 04-02-2021

Scatole, una bottiglia di mate, tante piante, una bombola di ossigeno, sono solo alcuni degli oggetti che aspettano di trovare il loro posto nella nuova casa di Ignacio (71 anni) e Alicia (74), un primo piano ristrutturato di Casa Bloc, nel quartiere di Sant Andreu a Barcellona. Questa coppia originaria dell'Uruguay, ha subito due ordini di sfratto dopo la chiusura del bar che gestivano insieme, a causa dei gravi problemi di salute di Ignacio. Da martedì godono di alloggi sociali, gestiti dalla fondazione Habitat 3, a cui hanno avuto accesso tramite il Barcelona Emergency Table.

Entrambi hanno una mobilità ridotta. "Nella vecchia casa uscivamo il meno possibile, eravamo al secondo piano e dovevamo scendere e salire a piedi", racconta Ignacio, guardando verso una delle due terrazze, gremita di valigie, piccoli mobili e la lavatrice. La coppia sopravvive con la pensione che arriva dall'Uruguay, poco più di 300 euro al mese in due. Confidano di rimanere qui per sempre, che alla scadenza dei tre anni potranno rinnovare nuovamente il contratto di affitto. "Adesso vado a letto e dormo sereno, racconta Ignacio, non avrei mai immaginato di avere un appartamento così!”.

Quattro anni dopo che la Generalitat, il municipio cittadino, ha dato alla Fondazione due piani dell'ex residenza per vedove e orfani dell'esercito perché fossero trasformati in alloggi per persone fragili, i lavori sono finalmente conclusi e questa settimana sono arrivati i primi inquilini. Ignacio e Alicia  sono rientrati nel nuovo progetto sociale basato sull’esperienza del cohousing. Habitat 3 ha ristrutturate 17 delle 43 abitazioni del blocco, ricavando appartamenti tra i 40 ed i 45 mq, tutti muniti di ampie terrazze, al primo e secondo piano.

La fondazione gestisce le nuove soluzioni abitative insieme ad altri enti no profit che si occupano della cura e dell’assistenza dei gruppi più fragili, vittime di sessismo, anziani soli o in difficoltà, cittadini senza fissa dimora, con disabilità intellettiva o minacciati di sfratto. Un operatore dei servizi sociali coordina il soggiorno degli occupanti e rappresenta il loro punto di riferimento all’interno del condominio. L'obiettivo infatti non è solo quello di risolvere il problema abitativo, ma proporre un modello di solidarietà e coprogettazione. I contratti sono triennali, rinnovabili e l'affitto oscilla tra il 10% e il 18% del reddito dell'inquilino.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2021
Pagine
LinguaSpagnolo
OriginaleSi
Data dell'articolo2021-02-04
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Approfondimenti Online
FonteLa Vanguardia
Subtitolo in stampaLa Vanguardia, 04-02-2021
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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Parole chiave: Cohousing Condominio solidale