Le aziende iniziano a considerare il valore aggiunto che hanno i caregiver. La capacità di essere empatici, delegare e cogliere piccoli segnali che gli altri non vedono. Sono qualità che anche sul lavoro possono essere apprezzate e dare un valore aggiunto, sviluppate dai caregiver senza averne piena consapevolezza. Anche in Italia ora tante aziende cominciano ad includere nei piani di welfare, misure e servizi pensati per i dipendenti caregiver.
Danone Italia offre un programma strategico che prevede smart working, flessibilità, riorganizzazione del lavoro, aspettativa retribuita. Il programma è partito 6 mesi fa, dopo aver ascoltato le esperienze di 50 lavoratori cargiver, ed è l'evoluzione della parental policy iniziata nel 2011 per supportare la genitorialità. Danone per supportare i caregiver ha richiesto la collaborazione di Jointly, per i piani di welfare aziendale, e di Lifeed, società fornisce formazione digitale centrata sulla valorizzazione delle competenze soft sviluppate da una persona nell’arco della vita, soprattutto per impegni di cura. Spesso in azienda i caregiver si isolano e vivono quindi la loro condizione in modo più stressante.
Da uno studio dell’Harvard Business School risulta che il 54% di coloro che hanno dichiarato sul lavoro la loro condizione di caregiver ammette di essere demotivato, poichè ha subito la perdita di compiti sfidanti. Mentre in realtà è una condizione che aiuta ad allenare le capacità. Alla Danone, ad esempio, hanno notato che in due anni il 40% delle promozioni effettuate siano andate a dipendenti rientrate dalla maternità. Il che dimostra che, con un ambiente favorevole alla genitorialità si ha un ritorno in termini di maggiore efficienza. E lo stesso discorso vale anche per i caregiver.
Questa politica di welfare aziendale porta ogni anno la percentuale di assenteismo intorno allo 0,7% alla Danone Italia.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)