Un diritto non può essere limitato dal solo dato anagrafico, quindi non è detto che se si sposa un uomo più vecchio di 20 anni non presuppone che lo si sia sposato per interesse, per poter poi godere della sua pensione in base alla reversibilità. E’ stata dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale l’articolo 18 comma 5, del decreto legge numero 98 del 2011, pensato per arginare i matrimoni tra anziani e badanti. La legge aveva subito scatenato perplessità in quanto limitava l’ammontare della pensione di reversibilità quando il coniuge deceduto si era sposato a un’età superiore ai 70 anni e il coniuge superstite era più giovane di almeno venti. La Corte Costituzionale ha ritenuto irragionevole la limitazione del trattamento previdenziale basata su questi principi, ribadendo che la limitazione del diritto alla pensione di reversibilità deve rispettare i princìpi di eguaglianza e di ragionevolezza e il principio di solidarietà senza interferire con le scelte di vita dei singoli. La Consulta ha dichiarato la norma incostituzionale in quanto si fonda sulla «presunzione» che questi matrimoni «traggano origine dall’intento di frodare le ragioni dell’erario, in assenza di figli minori, studenti o inabili». Inoltre la Consulta ha sottolineato che il «presupposto» del decreto legge è «fortemente dissonante rispetto all’evoluzione del costume sociale », ed ha ribadito il diritto alla vita affettiva ad ogni età.