L’invecchiamento delle articolazioni si chiama artrosi ed è un processo di tipo degenerativo, da usura, che porta al progressivo consumo della cartilagine, rivestimento di ogni nostro segmento scheletrico, che fa da ‘cuscinetto’ tra due segmenti scheletrici.
A mano a mano che la cartilagine articolare si assottiglia per effetto dell’artrosi viene meno la funzione di ammortizzatore e le ossa fanno male perché si toccano e limitano i movimenti.
Alcuni soggetti sono più predisposti, altri meno. Quel che rende insidiosa la malattia è il fatto che la cartilagine è un tessuto privo di vascolarizzazione, quindi non ha la possibilità di rigenerarsi, a differenza di altri tessuti vascolarizzati.
La malattia decorre in modo pressoché asintomatico per anni, ma all’inizio non ci sono quasi sintomi. Poi un sovraccarico o un trauma possono scatenare i sintomi dolorosi.
Quella da usura colpisce in genere dai 60 anni in poi, ma ci sono forme di artrosi legate a malformazioni congenite. Incide anche il peso corporeo che, se eccessivo, moltiplica le sollecitazioni funzionali sulle articolazioni.
A mettere a repentaglio la salute dell’anca ci sono anche alcuni sport come la corsa , calcio, basket, football americano, rugby e tennis.
La cura dipende molto dalla fase in cui l’artrosi viene diagnosticata. Se il quadro di coxartrosi è all’ultimo stadio, la soluzione può essere solo chirurgica.
Se la diagnosi invece viene fatta precocemente esistono varie terapie di supporto: i condroprotettori, la fisiochinesiterapia, la tecar terapia, la laser terapia, la magnetoterapia.
Infine si possono applicare anche le terapie infiltrative con l’acido ialuronico, che è un ricostituente della cartilagine.
(Sintesi redatta da: Macheda Maria Gabriella)