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Anziani in prigione. Uscire, perché?

Popotus, supplemento Avvenire, 2210, XXIII, 2020, p.1

Un anziano detenuto di Rebibbia ha rinunciato alla possibilità di scontare a casa il resto della sua pena. 

Non ha più legami con la famiglia ed è malato, ma non è il solo a chiedere di non lasciare il carcere, solo nel carcere romano, spiega il Garante dei detenuti di Roma, Gabriella Stramaccioni, sono 60 uomini che hanno più di 70 anni e restano in cella perché “non ci sono strutture esterne dove possano scontare l’ultimo periodo della loro pena e della loro vita”. 

La legge infatti prevede che un giudice debba valutare se un detenuto, anziano o malato, possa terminare la sua pena agli arresti domiciliari, ma per alcuni, senza più né un’abitazione né una famiglia l’unica alternativa sarebbe una Residenza sanitaria assistita, dove però non ci sono posti. La soluzione parziale per ora è stata offerta dalla Regione Lazio che ha promesso entro gennaio altri 20 posti nelle Rem (strutture sanitarie per chi ha commesso reati e ha disturbi mentali).

(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)

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Autore (Cognome Nome)
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2020
Pagine1
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo19000101
Numero2210
Fonte
Approfondimenti Online
FontePopotus, supplemento Avvenire
Subtitolo in stampaPopotus, supplemento Avvenire, 2210, XXIII, 2020, p.1
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)
VolumeXXIII
Approfondimenti
Attori
Parole chiave: Solitudine Detenuti