Pare che il maggior uso delle videochiamate abbia avuto un effetto imprevisto: l'aumento di interventi di chirurgia estetica.

Sembra che fissare il proprio volto durante le riunioni su Zoom abbia portato molte persone a decidere di fare qualcosa per rimediare ai propri difetti. Negli Stati Uniti segnalano un aumento del 90% delle procedure iniettabili, e in Australia si parla addirittura del 200%.

Pare che la tendenza sia dovuto ad un nuovo disturbo, chiamato dismorfia da Zoom. Secondo uno studio della rivista «Facial Plastic Surgery & Aesthetic Medicine», chi ne soffre si concentra eccessivamente su alcuni aspetti del proprio corpo, percependoli come esteticamente sgradevoli.

E in questo periodo il problema è peggiorato a causa della sovraesposizione a social network e piattaforme video, in cui gli utenti hanno dovuto confrontarsi con le immagini degli altri. Ma la vera responsabile di questa corsa al ritocco è la webcam, che non ha caratteristiche tecniche che aiutino l'estetica di chi la usa. Infatti è pensata per per inquadrare un'area il più ampia possibile. Ciò comporta delle distorsioni degli elementi del viso. Non a caso i chirurghi segnalano che le operazioni più richieste riguardano rughe e naso, ingigantiti dai grandangoli delle webcam.

Altro motivo di questa ripresa lo si deve al fatto che, lavorando da casa, vanno a cadere le remore legate ai tempi di recupero. Infatti si può lavorare da casa senza avere contatti con gli altri. Anche in Italia c'è stato un aumento di tendenza delle operazioni che vanno dal 20 al 30%. A livello psicologico poi l'idea di migliorare il proprio aspetto aiuta l'umore, esorcizzando lo stress legato al Covid.