"L'Eco dei Ricordi" è il titolo di un concorso ideato in una casa di riposo di Roma, l'Istituto Suore Riparatrici del Sacro Cuore, riservato alle sue ospiti, tutte donne; assegnato, nella sua prima e siamo certi non ultima edizione, ai migliori componimenti, pensieri scritti di propria mano o raccolti nei casi in cui la mano non sia stata in grado. Lo ha pensato Teresa Amendolagine, 86 anni, lei stessa ospite dell'istituto, e prima di esserlo, scrittrice e giornalista.
Questo premio è un'operazione di recupero, di faticosa e sorprendente emersione perché i novantenni, i centenari, non hanno bisogno di edulcorare, non inseguono compromessi. Abitano la terra nuda della verità. La famiglia, il suo nucleo originario, il senso della perdita e quello della colpa, è al centro del componimento a cui i giurati hanno assegnato il primo premio. Un messaggio straordinariamente anticonvenzionale di una 95enne. "Non riesco a pensare altro che a mio marito, alla nostra vita. Eppure ho perso da tre anni due figli e mi sento in colpa perché il dolore della loro perdita sta da una parte e dovrebbe essere al primo posto. È come se l'amore continuasse ancora e credo che il vero amore sia proprio questo formato dal cuore e dalla sessualità".
Strappare la sessualità dall'oblio, farle risalire la corrente degli anni, riconoscerla, questa è la vera modernità di una centenaria. «Anche qui dentro ci sono vedove o donne che non sono state sposate, ma che restano visceralmente legate al loro uomo», racconta Teresa. L'altro polo memoriale sono i genitori.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)