Intervista a Simone Veronese, pioniere di questa disciplina in Italia e responsabile della ricerca della FondazioneF.A.R.O. di Torino onlus.
La legge 38/10 sancisce il diritto alle cure palliative, che le ha inserite nei Lea livelli essenziali di assistenza. Esse servono a garantire la migliore qualità di vita possibile ai malati cronici in fase avanzata o terminale, assistiti a casa, negli ospedali, negli hospice.
ò avviene cercando di gestire la sofferenza sia fisica, gestendo i sintomi con ausili e farmaci, che psicologica (paura, ansia, depressione); sociale, esistenziale e spiritual. Per questo necessitano di équipe multidisciplinari. Le cure palliative sono un percorso che non va intrapreso solo nel fine vita, possono essere fatte sempre, ed andrebbero inserite in tutti i Percorsi diagnostico-terapeutici delle malattie cronico-degenerative.
L'attivazione dovrebbe partire con la diagnosi, perché aiuta il paziente, e i suoi familiari. Soprattutto a causa dei tanti , sarebbe auspicabile un raddoppio dei medici palliativisti. Questa figura oggi non ha ancora una scuola di specializzazione.
L'accesso a ruoli per cure palliative e alla frequenza del Master di secondo livello in cure palliative è permesso a nove specialità: anestesiologia e rianimazione, ematologia, geriatria, malattie infettive, medicina interna, neurologia, oncologia medica, pediatria e radioterapia. Dopo 10 anni dall'introduzione della legge 38, purtroppo il diritto alle cure palliative è poco conosciuto.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)